Ricorsi contro società Presila Cosentina: Giudice del lavoro riconosce correttezza azienda

Cosenza Cronaca

Il Giudice del lavoro del Tribunale di Cosenza, con sentenza del 10 aprile scorso ha riconosciuto la correttezza dell'operato della società Presila Cosentina SpA, rigettando i ricorsi presentati da alcuni dipendenti della cooperativa “Città pulita” che rivendicavano il diritto ad essere assunti dalla Società Presila quali addetti alla raccolta differenziata nel territorio del comune di San Giovanni in Fiore.

LE PRECISAZIONI DELLA SOCIETÀ

“Presila Cosentina – si legge in una nota stampa diffusa dall’ente - è risultata aggiudicataria del servizio subentrando, all’esito di regolare gara d'appalto, alla cooperativa che pur aveva partecipato alla stessa gara, accettando le condizioni poste dal bando e dal capitolato d’appalto.

Alla volontà della società – prosegue la nota - di assorbire tutti lavoratori precedentemente occupati dalla cooperativa si è contrapposto il rifiuto di 14 di essi di sottoscrivere il contratto di lavoro redatto sulla base dei criteri e dei requisiti fissati nel bando di gara e nel capitolato. Rifiuto avallato ed incoraggiato da alcune organizzazioni sindacali. Tanto è avvenuto nonostante la Società abbia notificato ai lavoratori ricorrenti ben cinque formali inviti alla sottoscrizione. Tali ripetuti inviti sono stati preceduti da una innumerevole serie di incontri formali e informali con i lavoratori, da trattative sindacali altrettanto frequenti, da incontri con l’amministrazione comunale di San Giovanni in Fiore e con i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, da riunioni tenute presso la Prefettura di Cosenza, sempre alla presenza di tutti i soggetti interessati.

La Società, in ogni occasione, - continua il comunicato - ha evidenziato che sarebbero state rispettate, in linea con il suo modello gestionale –amministrativo, tutte le norme vigenti in materia e ogni altro vincolo a tutela dei diritti dei lavoratori, puntualizzando di non potere derogare alle condizioni dettate dal capitolato d’appalto. Alla scadenza dei termini fissati per l’avvio del servizio, termini non più ulteriormente prorogabili, la Società ha assunto i lavoratori che hanno inteso sottoscrivere il contratto, attingendo, per la quota restante, al locale Centro per l’Impiego, così seguendo, con il massimo scrupolo, ogni prescrizione di legge. Sono seguite proteste, pur in presenza di vertenze in itinere, risolte sia presso la sede dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro, sia presso il Tar, aditi dai lavoratori in questione. I provvedimenti dell’Ispettorato e del Tar sono stati sempre favorevoli alle ragioni di Presila.

Non sono mancate iniziative di parte presso l’Autorità Anticorruzione e presso la Procura della Repubblica, così come non sono mancate interrogazioni parlamentari, prese di posizione sindacali, - si legge ancora - iniziative consiliari presso il comune di San Giovanni in Fiore, tutte seguite da una montante campagna di stampa. Presila in ogni occasione ha evidenziato la propria massima fiducia nei confronti della Magistratura, adita dagli stessi lavoratori, astenendosi, in coerenza, da ogni replica pubblica, che pur sarebbe stata legittima a tutela della propria immagine.

Oggi la sentenza, che ristabilisce verità e giustizia, riconosce alla Società Presila la correttezza dei suoi comportamenti e della linea seguita nella vicenda. Spiace rilevare che strumentalizzazioni politiche abbiano determinato una situazione di disagio per quei lavoratori che, nella sicurezza di tanti sostegni politicamente interessati, oggi si trovano nelle condizioni descritte nelle dichiarazioni pubblicate in questi ultimi giorni da quegli stessi politici.

Presila, società iscritta e confermata nella “White liste” della Prefettura di Cosenza, - conclude la nota - continuerà a mantenere saldo il proprio modello di gestione, già apprezzato dalla Corte dei Conti di Catanzaro, modello che le ha consentito di raggiungere risultati più che soddisfacenti sia sotto dal punto di vista della qualità dei servizi resi e sia da quello occupazionale, visto che, nel giro di pochi anni, i suoi dipendenti sono passati da dodici a settantasei, senza contare l’indotto. Ne prendano atto quei parlamentari che della legalità hanno, legittimamente e sino a prova contraria, fatto la loro bandiera. Bandiera che ogni amministratore di Presila, nella propria indipendenza, detiene nella sua coscienza e nel suo senso di responsabilità, qualità puntualmente applicate anche nella fattispecie.”