‘Ndrangheta e biglietti della Juve: confermate le condanne di Alto Piemonte
I giudici della Cassazione hanno confermato quasi integralmente le condanne emesse a luglio scorso dalla Corte d’Appello di Torino nei confronti delle persone indagate nel processo “Alto Piemonte”, sulle presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nel nord-ovest, compreso il business dei boss calabresi della cosca Bellocco-Pesce di Rosarno legato al bagarinaggio dei biglietti della Juventus (LEGGI).
La Suprema Corte, infatti, ha disposto l’annullamento con rinvio, per l’appello bis, in relazione a singoli capi d’accusa per otto dei dodici imputati.
Fra questi vi è l’ex capo della tifoseria bianconera Fabio Germani che, dopo essere stato assolto in primo grado (LEGGI), è stato condannato in Appello a quattro anni e cinque mesi e dieci giorni di reclusione con l’accusa di aver “introdotto” esponenti del clan nel giro dei biglietti.
La posizione di Germani era l’unica per la quale il Pg della Cassazione, nella sua requisitoria, aveva dato disco verde all’accoglimento del ricorso.
In appello erano stati condannati in 14, ma in due hanno ritirato il ricorso in Cassazione. Per vari reati che vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso, alle armi e alle estorsioni, erano stati condannati in appello Antonio Agresta (2 anni), Giuseppe Avenoso (3 anni, 10 mesi e 10 giorni), Fabio Bruzzesi (3 anni e 4 mesi), Rocco Doninello (5 anni) e suo padre Saverio (8 anni e 8 mesi), Antonio Miccoli e Diego Raso (per entrambe, 13 anni e 2 mesi), Enrico Raso (8 anni e 8 mesi), Giovanni Raso 56enne (8 anni e 7 mesi e 10 giorni), Giovanni Raso 52enne (6 anni 11 mesi e 10 giorni), Giuseppe Sgrò (7 anni), oltre a Germani di cui si è detto.