Morte ex ultrà Juve, Procura di Cuneo indaga su ipotesi omicidio
Ha cambiato ipotesi di reato – passando dall’istigazione al suicidio a quella di omicidio - il pm di Cuneo che da mesi sta indagando sulla morte dell’ex ultra e poi collaboratore della Juventus, Raffaello Bucci, morto nel luglio 2016 dopo essere precipitato dal viadotto autostradale di Fossano, e che secondo gli inquirenti non si sarebbe dunque suicidato ma sarebbe stato ucciso.
La notizia, confermata all’Ansa dal procuratore del capoluogo piemontese, Onelio Dodero, è emersa dopo gli arresti dei capi ultras della Juventus, fermati a seguito dell’operazione Last Banner che ha decapitato la Curva Sud bianconera con 12 misure cautelari a carico dei vertici del tifo organizzato (LEGGI).
Bucci, ex collaboratore di Dino Mocciola, capo ultrà dei Drughi finito in carcere nel blitz della Digos di Torino, era stato allontanato e in un secondo momento era diventato un collaboratore del “Supporter liaison officier” della Juventus, con il compito di gestire i gruppi della curva.
Pochi giorni prima della sua morte, era stato interrogato dalla procura di Torino sui presunti rapporti tra la ‘ndrangheta e gli ultras, portati alla luce nell’inchiesta “Alto Piemonte” (QUI). L’ultrà, originario del Foggiano, era un informatore dell’Aisi, il servizio dell’intelligence di sicurezza interna.
È stata la compagna Gabriella a chiedere la riapertura del caso che era stato archiviato. Così la Procura lo scorso aprile ha riesumato la salma dal cimitero di Cuneo.
La stranezza sulla sua morte risiederebbe nel fatto che il decesso sia avvenuto pochi giorni dopo l’interrogatorio della Procura, durante il quale Bucci aveva raccontato dei biglietti e del bagarinaggio.