Accessi abusivi a sistemi informatici, operazione “Fullones”: 5 arresti per riciclaggio

Reggio Calabria Cronaca

Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio dei proventi illeciti scaturiti dall’accesso abusivo a sistema informatico o telematico, dalla detenzione e diffusione abusiva di codici d’accesso a sistemi informatici o telematici e dalla frode informatica le cinque persone arrestate oggi dai Carabinieri di Reggio Calabria nell’ambito dell'operazione denominata Fullones.

A finire in manette sono stati: Luca Adornato, 39enne nato a Reggio Calabria; Mihail Cristinel Besleaga, 45enne nato in Romania; Biagio Carannante, 52enne nato a Bacoli (NA); Francesco Lonano, 51enne nato a Tropea e Martino Marcello Rossi, 48enne nato a Lamezia Terme.

L'indagine, il cui nome deriva dal modo in cui venivano appellati coloro che lavavano i tessuti nell’antica Roma, ha avuto inizio nel luglio 2017 da decine di denunce che pervenivano da numerosi comandi dell’Arma dislocati sull’intero territorio nazionale, ed è stata condotta dai Carabinieri e coordinata dal Procuratore Aggiunto Gerardo Dominijanni e dal Sostituto Nunzio De Salvo.

È stato accertato che tutte le denunce presentate erano caratterizzate da un comune denominatore: le vittime venivano tratte in inganno da mail, pervenute sui propri account di posta elettronica con loghi contraffatti di vari istituti di credito, che le invitavano ad inserire i dati riservati per l’accesso ai propri conti correnti in maschere del tutto similari a quelle realmente in uso alle pagine home banking dei loro istituti di credito (il cosiddetto phishing).

I CONTI “VIOLATI” IN POCHI MINUTI

Nelle denunce le vittime hanno precisato che, già pochi minuti dopo aver comunicato le credenziali di accesso, dai loro conti correnti venivano effettuati uno o più bonifici bancari in favore di altri conti correnti o su carte prepagate intestate a soggetti a loro sconosciuti, che dai successivi accertamenti sono risultati residenti a Reggio Calabria.

L’elemento decisivo per lo sviluppo dell’indagine è emerso la mattina dell’11 luglio del 2017, data in cui la Stazione Carabinieri di Arese (nel milanese) ha trasmesso all’Arma reggina una denuncia, presentata pochi minuti prima, per una sottrazione illecita di 9.300 euro dal conto corrente bancario della vittima, accreditati su di un conto attivato presso un istituto di credito della città dello Stretto, e già in parte prelevati pochi minuti dopo il bonifico in uno sportello bancomat.

Accedendo alla filiale presso la quale era avvenuto il prelievo, i Carabinieri hanno acquisito le immagini del circuito della videosorveglianza riuscendo a risalire a Luca Adornato per poi ricostruire il modus operandi della banda.

IL METODO PER NON FARSI SCOPRIRE

Per eludere le indagini la banda utilizzava delle utenze telefoniche non intestate o intestate a terzi estranei, ma anche un linguaggio criptico nelle conversazioni e delle triangolazioni con altri conti correnti.

Così era in grado di acquisire, da complici al momento non identificati – e specializzati nella predisposizione e nell’invio delle false mail apparentemente provenienti da istituti di credito, con le quali si chiede al cliente di collegarsi ad un link e di inserire le proprie credenziali – i codici di accesso ai profili home banking dei correntisti (ed in particolare, nella maggior parte dei casi, di titolari di carte prepagate Postepay Evolution), per poi sostituirsi ai titolari e disporre bonifici non autorizzati in favore di altri conti o prepagate.

Successivamente il denaro veniva prelevato in contanti lo stesso giorno del bonifico e suddiviso, in parte al titolare della carta prepagata, in parte ai componenti dell’associazione e in parte riversata alle organizzazioni specializzate nel “phishing”.

I RUOLI NELL’ORGANIZZAZIONE

Luca Adornato, Biagio Carannanante, Martino Marcello Rossi e Francesco Lonano, secondo gli investigatori, si sarebbero occupati del reclutamento di persone disponibili ad intestarsi le carte prepagate al fine di far riversare sulle stesse i proventi delle truffe informatiche, mentre il lametino Rossi, tramite Mihail Cristinel Besleaga, romeno residente a Roma, avrebbe tenuto i contatti con le organizzazioni criminali che si occupavano di carpire le credenziali d’accesso ai conti correnti bancari e di disporre illecitamente i bonifici.

Sono tuttora in corso gli approfondimenti sulla posizione di 111 persone - principalmente, ma non esclusivamente, reggini in contatto con i cinque arrestati oggi - che avrebbero attivato conti o carte, mettendoli al servizio dell’associazione per consentirne il transito del denaro, complessivamente quantificato in 171mila euro, sottratti a quasi 200 vittime.

Francesco Lonano e Luca Adornato, in particolare, sono destinatari di una ulteriore misura cautelare nell’ambito dell’indagine “Random”, anch’essa eseguita oggi dall’Arma reggina (LEGGI QUI).