Data alle fiamme dall’ex marito. Reggio si costituisce parte civile per Maria Rositani

Reggio Calabria Cronaca
L'auto in fiamme e a destra Ciro Russo

La Città Metropolitana si costituirà parte civile nel processo contro l’ex marito di Maria Antonietta Rositani, la donna data alle fiamme dall’uomo che diceva di amarla (QUI) e che, dallo scorso marzo, si trova ricoverata nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Bari restando aggrappata alla vita con tutte le proprie forze.

L’unanimità dell’aula di Palazzo Alvaro, infatti, ha accolto la mozione presentata dal vicesindaco, Riccardo Mauro, nel corso dell’ultimo consiglio metropolitano.

Lo stesso Mauro, insieme al sindaco Giuseppe Falcomatà e ad altre centinaia di persone, è stato fra i primi a scendere in piazza, all’indomani del brutale tentato omicidio, rispondendo all’appello lanciato dalla Commissione Pari opportunità contro la violenza sulle donne.

“La risposta istituzionale davanti a fenomeni di tale gravità – ha ribadito il vicesindaco nel corpo del testo della mozione – deve essere di ferma condanna e, pertanto, la costituzione di parte civile della Città Metropolitana di Reggio Calabria nel procedimento penale a carico dell’ex marito di Maria Antonietta Rositani, riveste un alto valore".

"In questo modo - aggiunge - viene riconosciuta la violenza perpetrata dentro le mura domestiche come una profonda ferita per l’intera società, responsabile per l’eliminazione di quella subcultura e di quegli stereotipi che, ancora oggi, minacciano l’autodeterminazione, la libertà, la vita delle donne ed il sereno sviluppo dei figli che, in ambito familiare, sono costretti ad assistere a queste violenze subendone le conseguenze in termini psicologici”.

Insomma, anche formalmente si esprime pieno sostegno a Maria Antonietta Rositani per la lotta che sta affrontando su un lettino di ospedale e per la battaglia legale che andrà ad ingaggiare a partire dal prossimo gennaio.

Soltanto pochi mesi fa, il sindaco Giuseppe Falcomatà ha incontrato i familiari della giovane madre direttamente nei corridoi del nosocomio barese, portando la propria testimonianza e la solidarietà dell’intera comunità metropolitana ad una donna che, con tutte le forze, è diventata, sua malgrado, emblema dell’efferatezza e della drammaticità di un fenomeno che, come testimoniato dall’Oms, rappresenta la prima causa di morte delle donne.