Covid. Il bollettino: calano i positivi, “solo” 15 in più rispetto a ieri (25). 5mila le quarantene

Calabria Cronaca

Aumentano i contagi da coronavirus in Calabria ma, va rilevato, con un trend in meno rispetto a ieri (QUI). Secondo il bollettino della Regione i tamponi positivi sono 15 in più, per cui in tutta la regione sono stati registrati 129 casi di Covid 19.

La provincia in cui se ne segnalano in maggior numero rimane ancora Reggio Calabria dove, allo stato attuale, risultano comunque due persone guarite e, purtroppo, anche un decesso; oltre alla "chiusura" del comune di Montebello Jonico (QUI). Tolti quest’ultimi tre, il conteggio quotidiano parla di 44 persone affette da coronavirus. Di queste quindici sono ricoverate in reparto; quattro si trovano in rianimazione e venticinque in isolamento domiciliare.

A Cosenza, dove ieri la presidente della Regione ha messo in quarantena San Lucido (QUI), si registrano invece 31 casi di covid19. Sedici sono ricoverati in reparto, quattro in rianimazione e undici in isolamento domiciliare.

A Catanzaro, dove in giornata tre pazienti in dialisi e un’infermiera sono risultati positivi al tampone (QUI), il report della Regione segnala 26 contagiati: dieci (tra cui 4 di Crotone) si trovano in reparto; tre in rianimazione e tredici in isolamento domiciliare.

19 invece i casi a Crotone (a cui vanno aggiunti altri due che sono computati nei ricoveri a Catanzaro, per un totale quindi di 21 casi): quattro sono attualmente in reparto e quindici in isolamento domiciliare (QUI). Infine, 6 a Vibo Valentia e tutti in isolamento domiciliare.

Oggi i sanitari hanno eseguito un totale di 1434 tamponi mentre le persone in quarantena sono 4996 e così distribuite: 2361 a Reggio Calabria; 1250 a Cosenza; 587 a Vibo Valentia; 471 a Catanzaro e 327 a Crotone.

Negli ultimi quattordici giorni si sono registrate al sito della Regione 8908 corregionali giunti in Calabria.

BORRELLI: CONTAGI, “TREND STAZIONARIO”

Trend stazionario dei contagiati in Italia, dove il numero di persone affette da coronavirus è di 28710. Se ne è detto convinto Angelo Borreli, capo dipartimento della Protezione civile, nella consueta conferenza stampa sul bollettino ufficiale. Oggi, mercoledì 18 marzo, i decessi registrati sono stati 475, e i guariti oltre mille.

Borreli, poi, ha espresso la sua vicinanza ai sindaci della bergamasca, l’area interessata dal numero più alto di contagiati ma anche e purtroppo di vittime.

Dall’inizio dell’epidemia i casi totali di contagi sono 35713, mentre le persone attualmente positive sono 28710, 2978 i deceduti e 4025 i guariti. Tra i 28710 positivi: 12090 si trovano in isolamento domiciliare; 14363 ricoverati con sintomi; 2257 in terapia intensiva.

In Lombardia le persone affette da coronavirus sono 12.266, 3.915 in Emilia-Romagna, 2.953 in Veneto, 2.187 in Piemonte, 1.476 nelle Marche, 1.291 in Toscana, 744 in Liguria, 650 nel Lazio, 423 in Campania, 416 in Friuli Venezia Giulia, 436 nella Provincia autonoma di Trento, 366 nella Provincia autonoma di Bolzano, 362 in Puglia, 267 in Sicilia, 249 in Abruzzo, 241 in Umbria, 162 in Valle d’Aosta, 132 in Sardegna, 129 in Calabria, 21 in Molise e 27 in Basilicata.

ISS: “DUE VITTIME SU TRE SONO UOMINI”

Borrelli ha poi richiamato al senso di responsabilità da parte dei cittadini e ha chiesto, ancora una volta, di limitare gli spostamenti. Stesso appello promosso da Silvio Brusaferro, a capo dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha inoltre riassunto il report realizzato dall’Iss in merito alla mortalità da coronavirus.

Nell’ultima indagine epidemiologica sulle vittime del Covid-19 viene confermato che gli uomini sono più colpiti delle donne. Tra gli oltre 2000 deceduti, le donne sono meno della metà dei primi (601 e 1402) e la loro età è più alta rispetto a quella dei maschi (83,7 anni per le donne e 79,5 per gli uomini)

Mentre sono 17 i morti con un’età inferiore ai 50 anni, di cui 5 avevano meno di 40 anni ed erano tutti di sesso maschile, tra i 31 e i 39 anni, con gravi patologie preesistenti.

Ha quindi parlato dell’età media dei pazienti risultati positivi che non riescono a superare l’infezione: è più alta di oltre 15 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno solo contratto l’infezione (80,5 anni i deceduti; 63 anni con infezione).

L'insufficienza respiratoria, ha aggiunto, è stata la complicanza più osservata nel campione (97,2% di casi), poi il danno renale acuto (27,8%), seguita da quello cardiologico (10,8%) e dalla sovrainfezione (10,2%).

Mediamente i giorni che passano dai primi sintomi della malattia al decesso sono otto, quattro dall’insorgenza dei sintomi al ricovero in ospedale e quattro dal ricovero in ospedale al decesso.

(ultimo aggiornamento 18:34)