Covid, aumentano i contagi in Calabria. In un giorno 21 casi in più
Ventuno casi in più di coronavirus in Calabria che oggi, 14 di marzo, arrivano a 59 escludendo l’unico “paziente” computato come “guarito”.
Cresce dunque il numero di contagi nella nostra regione in cui, stando ai dati della Regione Calabria, le persone affette dal nuovo virus sono nove a Catanzaro, di cui sei sono ricoverate in reparto; una in rianimazione e due in isolamento domiciliare.
Reggio Calabria è la provincia che fa purtroppo registrare più affetti dal virus, 18, tra i quali è inserito anche quello guarito di cui accennavamo all’inizio. Dei “pazienti” in questione cinque si trovano in reparto; uno in rianimazione e un in isolamento domiciliare.
Nell’elenco, secondo i dati però della Protezione Civile, viene ricompreso anche il decesso nella nostra regione di un 65enne di Montebello Jonico anche se, e va precisato, non vi sono ancora evidenze che questa morte possa essere ricollegabile all’infezione da Coronavirus (QUI).
Tornando alle altre province: sono 15 i casi accertati a Cosenza, dove in nove si trovano in reparto, due in rianimazione e quattro in isolamento domiciliare; mentre a Vibo Valentia si registrano tre casi in isolamento domiciliare.
Isolamento anche per 13 persone a Crotone, dove in ospedale ne sono ricoverate altre due in reparto, portando il complessivo a 15 nella provincia pitagorica.
Nell’intera regione i soggetti in quarantena volontaria sono 4706: 1999 a Cosenza; 1600 a Reggio Calabria; 464 a Catanzaro; 404 a Vibo Valentia 239 a Crotone.
Per quanto riguarda i dati relativi al censimento delle persone arrivate dal nord, all’apposito portale si sono registrate 6302 persone.
ITALIA: 17750 POSITIVI, 1966 I GUARITI E 1441 I DECEDUTI
Nel frattempo in tutto il paese l’incremento di contagiati è stato quasi di 2000 casi in più, come emerso nel corso della conferenza stampa nella sede della Protezione civile.
Al momento sono 17.750 le persone che risultano positive al virus. Sempre ad oggi, in Italia sono stati 21.157 i casi totali. Si parla dunque di 2795 contagiati in più rispetto al giorno precedente. Ma i dati di oggi hanno un fattore positivo, ovvero l’aumento del 36,7% dei guariti nelle ultime 24 ore, che passano da 1.439 a 1.966 (+527). Il numero dei deceduti, purtroppo, è aumentato di 175, con un incremento del 13,8%, ma comunque uno dei più bassi degli ultimi giorni.
Nel dettaglio, questi numeri di ogni regione: 9.059 in Lombardia, 2.349 in Emilia-Romagna, 1.775 in Veneto, 863 nelle Marche, 814 in Piemonte, 614 in Toscana, 384 in Liguria, 320 nel Lazio, 243 in Campania, 271 in Friuli Venezia Giulia, 199 nella Provincia autonoma di Trento, 150 in Sicilia, 170 nella Provincia autonoma di Bolzano, 156 in Puglia, 106 in Abruzzo, 103 in Umbria, 47 in Sardegna, 59 in Calabria (più uno computato come “guarito”), 41 in Valle d’Aosta, 17 in Molise e 10 in Basilicata.
Sono 1.966 invece le persone guarite e 1.441 i deceduti, numero questo che come al solito si ribadisce potrà essere confermato esclusivamente dopo che l’Istituto Superiore di Sanità ne avrà stabilito la causa effettiva del decesso.
Dall’inizio dell’epidemia le persone guarite sono state 1966, i deceduti 1441. Numeri che tuttavia dovranno essere confermati dopo la validazione dell’Istituto superiore di sanità.
BORRELLI: STOP A POLEMICHE, SÌ A COESIONE
Nel corso della conferenza stampa il direttore della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, ha annunciato che le Regioni possono varare misure più restrittive di quelle attuali.
Borrelli ha anche tentato di sedare le polemiche con la Regione Lombardia in merito alla qualità delle mascherine. “Servono 90milioni di mascherine al mese, ad oggi i contratti sono per 55milioni. Di queste circa 20 milioni non saranno consegnate. Sostanzialmente si sta verificando in tutto il mondo una chiusura delle frontiere all'esportazione. Il lavoro che stiamo facendo noi ma - conclude - anche il lavoro delle regioni, è faticoso. Si lavora fino a notte tarda ma poi il giorno dopo non si ricevono conferme sugli ordini emessi. Per questo stiamo cercando strutture che possano essere riconvertire alla produzione di mascherine”.
Poi l’invito a lavorare in piena collaborazione: “Mi auguro che da parte delle altre istituzioni e operatori ci possa essere coesione, lavoriamo insieme senza polemiche. E' un'emergenza importante, mai vista, e la dobbiamo affrontare con la massima coesione”.