Fallimento Multiservizi, arriva l’archiviazione per Scopelliti e altri 8 indagati
L’archiviazione da tutti i reati è stata disposta dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, Giovanna Sergi, nei confronti di otto indagati coinvolti nel processo scaturito dal fallimento della Multiservizi.
Il provvedimento - richiesto dei Pubblici Ministeri Gerardo Dominijanni e Andrea Sodani – riguarda nello specifico Giuseppe Scopelliti, ex Sindaco di Reggio Calabria, Edoardo Africa, Andrea Michele Viola, Maria Vincenzina Nardo e Paolo Vazzana, componenti del consiglio di amministrazione della Multiservizi.
L’archiviazione arriva anche per la posizione dei professionisti Lidia Barbaro, Francesco Giuffrè, Francesco Rogolino e Alessandro Pellegrino.
Per quanto riguarda l’ex primo cittadino di Reggio e le ipotesi di reato formulate a suo carico, due sarebbero le considerazioni illustrate dai Pm nella richiesta di archiviazione poi accolta dal giudice.
In particolare sarebbe “emerso come il bilanciamento dei poteri nella gestione di Multiservizi s.p.a. (e, in particolare, l’attribuzione al socio di minoranza del compito di designare l’amministratore delegato) fosse già delineato negli atti allegati alla procedura di gara per l’individuazione del socio privato della costituenda Multiservizi e, pertanto, in epoca antecedente alla nomina di Scopelliti alla carica di sindaco di Reggio Calabria, avvenuta in data 20.6.2002”.
Emergerebbe quindi che Scopelliti “si limitò a dare attuazione ad un assetto gestorio già delineato nelle precedenti delibere dell’amministrazione comunale sulla base di studi demandati alla società di servizi per i comuni Ancitel s.p.a”.
In secondo luogo si rileverebbe “l’impossibilità di configurare un nesso di casualità penalmente rilevante tra la condotta ascritta a Scopelliti e le successive condotte distrattive poste in essere dagli amministratori di Multiservizi s.p.a. e di G.S.T. s.r.l. in conseguenza della convenzione per l’esternalizzazione delle prestazioni accessorie stipulata in data 1.10.2007”.
“La scelta di attribuire la nomina dell’amministratore delegato al socio privato di minoranza - aggiungono poi i giudici - risponde alla necessità che l’organo di amministrazione sia individuato tra soggetti dotati di professionalità manageriali proprie di imprese commerciali o industriali e persegue l’obiettivo di improntare il sistema di amministrazione pubblico al modello privato al fine di apportare un miglioramento sul piano dell’efficienza della gestione di impresa e del profitto” e non implica che “facciano seguito condotte di natura distrattiva delle risorse pubbliche”.
In relazione all’archiviazione dei quattro professionisti, gli ulteriori approfondimenti investigativi compiuti a loro carico, unitamente alla documentazione prodotta dalle difese in sede di riesame della misura cautelare, avrebbero evidenziato come “i medesimi abbiano svolto, almeno in parte, le attività loro affidate con i contratti di prestazione d’opera stipulati nel periodo 2008-2012. Tale accertamento, unitamente al fatto che le somme complessivamente percepite dai medesimi sono di ammontare contenuto e non manifestatamente sproporzionato rispetto alla natura dell’attività richiesta, impedisce di sostenere proficuamente in giudizio la tesi della natura distrattiva dei pagamenti effettuati”.