FLASH. Blitz nel crotonese: 12 fermi per ‘ndrangheta
Associazione mafiosa, omicidio, estorsioni, ma anche usura, armi, furti e danneggiamenti seguiti da incendio. Questi i reati contestati a una dozzina di persone che stamani sono state raggiunte tutte da un fermo di indiziato di delitto.
Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, che ha emesso il decreto, farebbero parte delle cosche di ‘ndrangheta del crotonese.
Ad eseguire il provvedimento, dalla prime ore dell’alba, e tra Petilia Policastro (nel crotonese) e Bussolengo (nel veronese), sono stati i carabinieri del Comando Provinciale del capoluogo pitagorico con il supporto dei loro colleghi di Verona e dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria.
I NOMI
Questi i dodici fermati: Domenico Bruno, 49enne di Petilia Policastro; Giacinto Castagnino, 31enne di Crotone; Massimo Cosco, 40enne di Petilia; Giuseppe Garofalo, 35enne di Petilia; Giuseppe Garofalo, 66emme di Crotonei; Mario Garofalo, 45enne di Petilia; Alessandro Gelfo, 31enne di Crotone; Antonio Gelfo, 58enne di Crotonei; Antonio Grano, 39enne di Petilia; Pierluigi Ierardi, 29enne, di Petilia; Tommaso Rizzuti, 39enne di Crotonei e Oreste Vona, 46enne di Petilia.
Sono invece indagati a piede libero Salvatore Bruno, 25enne; Salvatore Caria, 43enne; Rosario Curcio, 61enne; Diego Garofalo, 41enne; Ivano Mirabelli, 48enne; Francesco Scalise, 34enne. Tutti di Petilia Policastro
IL CASO DI LUPARA BIANCA
Gli investigatori avrebbero dunque fatto luce su un presunto caso di lupara bianca che si sarebbe consumato, sempre nel crotonese, alla fine di ottobre del 2018.
Parliamo della scomparsa di Massimo Vona, allevatore allora 44enne, di Petilia Policastro (QUI) che dopo aver lasciato la moglie e i due figli, nel pomeriggio di martedì 30 ottobre di quell’anno uscì con la sua Fiat Punto azzurra, per raggiungere una località di campagna, alla periferia della cittadina, dove lavorava come allevatore di pecore.
In quel luogo, però, pare non vi arrivò mai e la moglie, non vedendolo rientrare né ricevendo risposte ai tentativi di contattarlo sul cellulare, ne denunciò la scomparsa ai carabinieri.
Dopo meno di una decina di giorni, in una strada interpoderale di località Castelluccio, venne ritrovata la sua auto completamente bruciata (QUI).
Da allora le indagini per ricostruire la vicenda non si sono mai fermate.