Caserma di Cutro, Barbuto presenta interrogazione: “In Calabria diverse cattedrali nel deserto”
“Sulla vicenda della Caserma di Cutro che avrebbe dovuto ospitare un reggimento di fanteria dell’Esercito in virtù di un Accordo Quadro del 2000 che integrava un protocollo d’intesa del 1998, e che ha occupato le pagine dei giornali dell’ultima settimana, ho presentato una interrogazione al Ministero della Difesa ed al Ministero dell’Interno per comprendere le iniziative che si intendano adottare al fine di dare agli stessi immobili una concreta e proficua finalità di utilizzo consentendo altresì di ottimizzare le risorse finanziarie già impegnate senza frustrarne definitivamente la destinazione individuata inizialmente e, contestualmente, dare un segnale forte della presenza dello Stato sul territorio riaffermando i principi di legalità e di sicurezza”. Così la deputata M5S Elisabetta Barbuto la quale sottolinea come "la vicenda abbia dell’incredibile".
“Pur prendendo atto, sia pure con sconcerto, delle dichiarazioni del Generale Gambardella in merito al fatto che la Difesa non abbia più interesse all’opera suddetta e non sia più competente ad individuare le modalità di utilizzo degli immobili – ha dichiarato la deputata – condivido quanto evidenziato dal commissario straordinario del Comune di Cutro, Domenico Mannino, che ha correttamente sottolineato che il Collegio di Vigilanza, appositamente costituito per l’adempimento degli accordi, non ha il potere di chiudere l’Accordo di Programma, come richiesto, né, tantomeno, che sia possibile un recesso unilaterale da parte del Ministero della Difesa. Ritengo giusta, pertanto, la richiesta di un impegno a realizzare opere equivalenti in termini di benefici per la comunità che la realizzazione della cittadella militare avrebbe comportato, ma ancora più corrette e supportate da evidenti motivi mi sembrano sia la proposta di trasferire a Cutro la Scuola per Allievi Agenti della Polizia di Stato, attualmente a Vibo Valentia, in una sede per cui lo Stato paga un fitto oneroso, sia la proposta di mettere gli alloggi a disposizione dell’esercito e delle Forze dell’Ordine operanti sul territorio. Entrambe le soluzioni, infatti, comporterebbero non solo un contributo per il rilancio dell’economia del comprensorio, ma anche l’utilizzazione di risorse già spese e che altrimenti andrebbero sprecate, nonché il risparmio di spese fisse che gravano sulla collettività e, cosa più importante, ad infondere nella popolazione maggiore serenità grazie alla costante presenza dello Stato”.
“Purtroppo devo constatare che questa vicenda non può che ricordarci ancora una volta -conclude la deputata - quante cattedrali nel deserto vi siano in Calabria. Il più delle volte pensate e, magari, realizzate con ottimi intenti e finalità, ma che, in conclusione, si rivelano solo uno spreco di denaro a carico della collettività con successiva rincorsa a trovare soluzioni postume che diano alle stesse un senso tangibile alla loro esistenza”, così conclude la Barbuto.