Morte dell’ex patron del Catanzaro calcio: indagini chiuse per 4 medici
Sono quattro i medici della "Casa di cura Caminiti" di Villa San Giovanni indagati per la morte dell'ex patron del Catanzaro Calcio Giuseppe Cosentino (QUI).
Un avviso di conclusione indagini, firmato dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, dall'aggiunto Gerardo Dominijanni e dal pm Nunzio De Salvo, è stato notificato infatti e nelle scorse settimane a un chirurgo, un anestesista, un cardiologo e un medico di guardia che sono accusari di accusati di omicidio colposo.
L’imprenditore di Cinquefrondi e proprietario della Gicos, attività di import ed export che è stata anche sponsor tecnico della Reggina quando la squadra militava in Serie A, è morto per delle complicazioni emerse a seguito di un intervento di colecistectomia per via laparoscopica.
Secondo l'accusa, Cosentino sarebbe stato operato nonostante le linee guida avrebbero imposto di rinviare l'intervento di almeno 12 mesi da un precedente impianto di stent coronarici effettuato nel settembre 2019.
Stando all'indagine, "in assenza di una condizione critica del paziente che giustificava l'intervento chirurgico", Cosentino sarebbe stato esposto "al rischio concreto di emorragia addominale, di fatto verificatasi".
Dopo l’operazione, Cosentino ha accusato un forte dolore di stomaco e nell’arco di poco tempo le sue condizioni si sono aggravate, a tal punto che si è reso necessario il trasferimento immediato nell’ospedale di Polistena, dove è stato ricoverato d’urgenza nel reparto di Rianimazione.
Da qui un elicottero lo ha poi trasportato al nosocomio di Germaneto, a Catanzaro, ma per Cosentino non c’è stato nulla da fare.
Secondo gli inquirenti, non sarebbe stata contrastata la decisione di operare né dall'anestesista né dal consulente cardiologo. Il medico di guardia, infine, non avrebbe effettuato "un adeguato monitoraggio del paziente nella fase post operatoria, non riconoscendo né documentando l'aggravarsi delle condizioni di Cosentino".