‘Ndrangheta. Operazione “Omnia”, sentenza a Maggio

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Dopo la requisitoria del sostituto procuratore generale della Repubblica di Catanzaro, proseguira' secondo un calendario che prevede la sentenza il prossimo 6 maggio il processo d'appello per i 37 imputati del processo scaturito dall'inchiesta antimafia nome in codice "Omnia", diretta contro la 'ndrangheta del Cosentino. Si tratta di quelli che hanno seguito il rito ordinario, e per i quali il processo dibattimentale si e' concluso il 2 marzo 2010, al tribunale di Castrovillari (Cs), dove i giudici hanno inflitto pesanti condanne comprese fra i due ed i trent'anni di carcere. Il pg Marisa Manzini, al termine della propria discussione, ha chiesto di dichiarare il non doversi procedere nei confronti di Domenico Apollaro e Gaetano Novelli, per morte del reo; inoltre la riforma della sentenza di primo grado, con conseguenti condanne di: Leonardo Forastefano a 25 anni di reclusione; Pasquale Forastefano a 16 anni; Carmine Garone a 21 anni e 7.000 euro di multa; Luca Lanzillotta a 8 anni e 6.500 euro; Gianfranco Senise a 25 anni; Aurelio Propato a 9 anni e 3.000 euro; Giovanni Battista Sirufo a 6 anni e 10.000 euro; Samuele Lo Vato a 9 anni. Per gli altri imputati, e cioe' Mioara Liliana Alexandru, Antonio Maria Arango, Salvatore Avella, Aldo Caporale, Vincenzo Casentino, Francesco Costa, Vincenzo Costa, Salvatore D'Elia, Vincenzo Forastefano, Pietro Graziadio, Antonio Guarino, Andrea Martucci, Giuseppe Morena, Giovanni Muscolino, Antonio Pagliaminuta, Giovanni Riccardi, Leonardo Russo, Antonio Sibarelli, Domenico Giuseppe Propato, Domenico De Vincenzi, Cosimo Giuseppe Rizzo, Francesco De Leo, Domenico Forastefano, Pietro Garofalo, Salvatore Maritato, Adamo Bruno, e Domenico Franze', il pg ha chiesto la conferma delle condanne di primo grado. Le arringhe dei difensori proseguiranno anche il 15, 22 e 29 aprile. Al processo sono costituite parti civili la Regione Calabria, la Provincia di Cosenza, il Comune di Cassano e Confindustria Calabria, oltre a vari privati, cui sono stati riconosciuti sostanziosi risarcimenti. L'inchiesta "Omnia" fu condotta dal Ros dei carabinieri e dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Nel vasto impianto accusatorio, a vario titolo, agli imputati sono contestati i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, e reati fine che vanno dalla rapina all'estorsione, all'usura, allo spaccio di droga. Secondo quanto emerse fin dal blitz dei carabinieri, scattato il 10 luglio del 2007 per l'esecuzione di oltre 50 ordini di cattura, il clan non solo avrebbe imposto in modo generalizzato il pizzo agli imprenditori agricoli, agli imprenditori del terziario e agli appaltatori di opere pubbliche e private in tutta la Piana della Sibaritide, nel Cosentino, ma avrebbe inoltre gestito l'immigrazione clandestina e l'impiego della manodopera irregolare, mettendo a segno inoltre una serie di truffe all'Inps grazie a cooperative agricole di cui aveva acquisito il controllo, e grazie alle quali avrebbe assunto fittiziamente un gran numero di braccianti. Gli affiliati avrebbero infine gestito l'offerta del pescato nel territorio di Cassano Ionio, attraverso imprese, vicine al sodalizio, che rivendevano i prodotti ittici. Altri imputati dell'inchiesta "Omnia" sono stati giudicati con rito abbreviato, il 14 novembre 2008 quando, al termine dei 34 riti alternativi il giudice dell'udienza preliminare distrettuale Abigail Mellace ha concluso con 30 condanne, 3 assoluzioni, e gli atti relativi alla posizione del consigliere regionale Franco La Rupa restituiti alla Procura per una riformulazione delle imputazioni. Il giudice riconobbe inoltre il risarcimento del danno alle parti civili, e cioe' anche la Regione Calabria, la Provincia di Cosenza, e Confindustria Calabria, cui furono liquidati 80.000 euro di risarcimento ciascuno.