‘Ndrangheta: processo “Omnia”, due assoluzioni
Volge al termine il maxi processo Omnia, la cui sentenza emanata dalla Corte d'Appello di Catanzaro (Presidente: dott. Marco Petrini; a latere: dott.ssa Maria Teresa Carè e dott. Galati) ha, sostanzialmente, confermato la precedente decisione di primo grado, in rito abbreviato, adottata dalla dott.ssa Abigail Mellace.Due sole le assoluzioni "per non aver commesso il fatto", il primo è Salvatore Vitiale, condannato in primo grado ad una pena di tre anni e 4 mesi di reclusione, difeso di fiducia dall'avv. Pierluigi Crusco di Scalea (Cs), ed il secondo Gaetano Chiarelli, condannato, in abbreviato, a un anno e nove mesi di reclusione. La sentenza emanata dalla Corte di Appello di Catanzaro vede, inoltre, solo tre riduzioni di pena rispetto a quelle inflitte in prima istanza, mentre, per i restanti imputati, circa 20 persone, la pena è restata immutata.L'inchiesta Omnia si interessa prevalentemente della zona della Sibaritide, da cui emerge un importante traffico di malaffare capace di generare ogni genere di crimine, dall'usura al raket, dalle sparatorie ad intimidazioni incendiarie, così come veniva descritta nell’impianto accusatorio dal PM Antimafia dott. Vincenzo Luberto.In tale contesto, l'Avv. Pierluigi Crusco ha fatto emergere, durante il ungo processo pendente presso la Corte d'Appello - sez. Penale -, l' estraneità ai atti addebitati ingiustamente al suo assistito.