Operazione “Omnia”, al via processo d’appello

Catanzaro Attualità

Richieste di acquisire nuovi atti da parte degli avvocati, e richiesta di sentire tre nuovi collaboratori giustizia da parte del sostituto procuratore generale Marisa Manzini. Cosi' ha preso il via, oggi a Catanzaro, il processo d'appello per 42 imputati del processo scaturito dall'inchiesta antimafia nome in codice "Omnia". Si tratta degli imputati che hanno seguito il rito ordinario, e per i quali il processo dibattimentale si e' concluso lo scorso 2 marzo, al tribunale di Castrovillari, dove i giudici hanno inflitto pesanti condanne comprese fra i due ed i trent'anni di carcere. Sulle richieste delle Parti i giudici si sono riservati di emettere la decisione che renderanno nota alla prossima udienza di giorno 17 dicembre. Al processo sono costituite parti civili la Regione Calabria, la Provincia di Cosenza, il Comune di Cassano e Confindustria, oltre a vari privati, cui sono stati riconosciuti sostanziosi risarcimenti. L'inchiesta "Omnia" fu condotta dal Ros dei carabinieri e dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Nel vasto impianto accusatorio, a vario titolo, agli imputati sono contestati i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, e reati fine che vanno dalla rapina all'estorsione, all'usura, allo spaccio di droga. Secondo quanto emerse fin dal blitz dei carabinieri, scattato il 10 luglio del 2007 per l'esecuzione di oltre 50 ordini di cattura, il clan non solo avrebbe imposto in modo generalizzato il pizzo agli imprenditori agricoli, agli imprenditori del terziario e agli appaltatori di opere pubbliche e private in tutta la Piana della Sibaritide, nel Cosentino, ma avrebbe inoltre gestito l'immigrazione clandestina e l'impiego della manodopera irregolare, mettendo a segno inoltre una serie di truffe all'Inps grazie a cooperative agricole di cui aveva acquisito il controllo, e grazie alle quali avrebbe assunto fittiziamente un gran numero di braccianti. Gli affiliati avrebbero infine gestito l'offerta del pescato nel territorio di Cassano Ionio, attraverso imprese, vicine al sodalizio, che rivendevano i prodotti ittici. Altri imputati dell'inchiesta "Omnia" sono stati giudicati con rito abbreviato, il 14 novembre 2008 quando, al termine dei 34 riti alternativi il giudice dell'udienza preliminare distrettuale Abigail Mellace ha concluso con 30 condanne, 3 assoluzioni, e gli atti relativi alla posizione del consigliere regionale Franco La Rupa restituiti alla Procura per una riformulazione delle imputazioni. Il giudice riconobbe inoltre il risarcimento del danno alle parti civili, e cioe' anche la Regione Calabria, la Provincia di Cosenza, e Confindustria Calabria, cui furono liquidati 80.000 euro di risarcimento ciascuno.