Vertenza Amaco, Sigle: “La misura è colma” e chiedono l’intervento delle Istituzioni
“A distanza di circa due mesi dall’inizio della vertenza, che ci ha visti protagonisti già di una prima azione di sciopero (a breve quella di 24 ore), nonché di significative proteste autogestite dei lavoratori, le cose in Amaco non sono cambiate. Siamo delusi ed istituzionalmente arrabbiati di un atteggiamento dirigenziale sterile ed incomprensibile nei confronti dei lavoratori e dell’opinione pubblica”.
Esordiscono così in una nota congiunta Fabio Ponte della Filt Cgil, Gennaro Mandoliti della Fit Cisl e Andrea Mazzuca della Uiltrasporti sostenendo che la condotta dimostrata dall’azienda che gestisce il traposto pubblico a Cosenza, “nonostante le promesse di collaborazione” alle organizzazioni sindacali “da chi ha il dovere di risolvere i problemi, è priva di concretezza, quasi banale”.
“Non si possono trattare con leggerezza e mediocre attenzione – sbottano i tre sindacalisti - le problematiche denunciate dalle scriventi, relative a mancato rispetto del contratto integrativo o ancor più grave il mancato rispetto dei tempi per l’erogazione di istituti economici contrattuali e salariali”.
A proposito di contratto integrativo, Ponte, Mandoliti e Mazzuca ricordano alla dirigenza che la sottoscrizione di un documento così importante sia “un atto condiviso, non unilaterale e soprattutto che non fa comodo a “piacere” ma è valido nella sua interezza e durata temporale. Le polemiche o i ripensamenti (suggeriti), denotano poca autorevolezza”.
“I lavoratori di Amaco - evidenziano i rappresentanti territoriali delle OoSs - sono stanchi e sviliti di essere utilizzati come “bancomat” aziendale. I mancati introiti da parte della Regione Calabria riferiti alla bimestralità, non giustificano l’inadempienza dell’elargizione salariale ad un’unità produttiva composta da esemplari e corretti lavoratori, che oggi rischiano di non poter dare da mangiare alle proprie famiglie”.
In un momento storico ed economico come quello attuale, anche il ritardo di un giorno rispetto a quello stabilito per il pagamento delle spettanze, “rischia di compromettere la serenità e la pace familiare”.
“Non possiamo più consentirlo!” sbottano Ponte, Mandoliti e Mazzuca, ricordando gli obblighi istituzionali ai quali assolvere “e tra i tanti, il più importante” quello cioè di “far rispettare la definizione puntuale del salario ai lavoratori che vengono “offesi” quasi ogni mese con un avviso affisso in bacheca che tende a minimizzare il problema e quasi con nonchalance ci si scarica di responsabilità amministrative nei confronti dei malcapitati”.
“Non vogliamo in alcun modo sminuire il difficile lavoro giudiziario ed amministrativo che questa amministrazione insieme ad un entourage di esperti sta facendo, ma - continuano - vogliamo rammentare che il primo pensiero della dirigenza aziendale deve essere quello di pagare lo stipendio ai lavoratori.”
“Alle richieste sindacali di ogni genere e titolo – proseguono ancora - segue sempre il silenzio, giusto per rimanere in tema di corrette relazioni industriali.”
Per questo Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti chiedono un intervento di tutti gli attori istituzionali che abbiano connessione con la questione Amaco e quindi si faranno carico, nei prossimi giorni, di una richiesta di convocazione alla Regione Calabria, al Consorzio Cometra e al Comune di Cosenza.
“Con spirito collaborativo e responsabilità ai massimi livelli – precisano Ponte, Mandoliti e Mazzuca - stiamo evitando l’attivazione di azioni legali e procedure presso gli organismi competenti per il riconoscimento di quanto dovuto, ma continuando in questa direzione, sarà l’unica strada percorribile”.
“Programmare il futuro è condizione imprescindibile per la definizione di un’Azienda capace di erogare efficientemente un servizio di trasporto pubblico, ma i dipendenti e le loro famiglie vivono di quotidianità e ad un figlio poco importa la proiezione dell’avvenire quando scorge un padre privato del presente” concludono i rappresentanti Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti.