Giudice si astiene, slitta appello per imputati duplice omicidio
Ha chiesto di astenersi uno dei giudici della Corte d'assise d'appello di Catanzaro impegnato nel giudizio d'appello per Vito Galle', 44 anni, di Serra San Bruno (VV), condannato a 22 anni di reclusione per concorso nel duplice omicidio pluriaggravato di Angelo Grave', di 42 anni, e suo cognato Giuseppe Campese, di 35, entrambi raggiunti da diversi colpi di fucile, carabina e pistola il 18 febbraio del 2008, pare per liti dovute a questioni di vicinato. Il processo di secondo grado avrebbe dovuto tenersi oggi, ma il consigliere Marco Petrini, componente della Corte presieduta dal giudice Fortunato Rosario Barone, ha espresso la sua volonta' di astenersi dal giudizio, avendo gia' composto il Collegio che ha emesso la sentenza d'appello per i due coimputati di Vito Galle', il padre Rocco Salvatore ed il fratello Bruno, che scelsero la strada del giudizio abbreviato. Nell'aula della Corte si tornera' dunque il 30 giugno, con un Collegio in diversa composizione. Il secondo grado si svolge a seguito del ricorso presentato dai difensori di Vito Galle', gli avvocati Giancarlo Pittelli e Antonio Porcelli, che hanno impugnato la sentenza di primo grado emessa il 22 giugno scorso, quando l'imputato fu condannato a 22 anni di reclusione, ed anche alle pene accessorie dell'interdizione perpetua dei pubblici uffici, dell'interdizione legale per la durata della pena, e della sospensione dalla potesta' genitoriale per lo stesso periodo, nonche' a risarcire alle parti civili - rappresentate dall'avvocato Silvio Sorrentino - i danni, da liquidarsi in separata sede (anche se la Corte d'assise ha gia' stabilito provvisionali nella misura di 20.000 euro per tre parti offese, e 40.000 per la quarta). Vito Galle' e' una delle tre persone che sono state accusate degli omicidi premeditati dei due cognati Grave' e Campese che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, erano finiti in un vero e proprio agguato dal quale il primo non ebbe scampo e mori' sul colpo, mentre il secondo spiro' dopo qualche ora in ospedale. All'origine del duplice delitto, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, la servitu' di passaggio su una strada che attraversa le proprieta' di Galle' che aveva gia' provocato numerosi scontri. A imbracciare le tre armi utilizzate, secondo le iniziali accuse, sarebbero stati Rocco Salvatore Galle', di 69 anni, il quale si costitui' spontaneamente ai carabinieri, ed i suoi figli, Bruno e Vito, rispettivamente di 42 e 44 anni, pure arrestati. In primo grado Bruno Galle' e' stato assolto in sede di giudizio abbreviato dal giudice dell'udienza preliminare di Vibo, che ha invece condannato a 20 anni di reclusione il padre Rocco Salvatore. Il 18 giugno scorso la Corte d'assise d'appello di Catanzaro ha confermato l'assoluzione di Bruno Galle', ed ha rideterminato la pena di Rocco Salvatore Galle' in 12 anni.