Omicidio Fabiana Luzzi, Morrone condannato a 22 anni di carcere
15:25 | Rischia una condanna a 24 anni di carcere Davide Morrone, il giovane che il 26 maggio dello scorso anno, quando ancora non era maggiorenne, uccise a Corigliano Calabro (Cs) la fidanzata sedicenne, Fabiana Luzzi, a coltellate, bruciandone il corpo con della benzina mentre era ancora viva.
Il processo si svolge nel tribunale dei minorenni di Catanzaro. Il pubblico ministero ha chiesto la condanna per il giovane che nel gennaio scorso ha tentato il suicidio in carcere. Presenti in aula i genitori della vittima, che recentemente hanno fatto sapere di non aver alcuna intenzione di perdonare il carnefice di Fabiana. La ragazza avrebbe pagato per la sua intenzione di troncare la relazione con l'assassino. Nessun contato con i giornalisti da parte dei parenti della vittima. Ha concesso qualche battuta ai giornalisti il legale dell'imputato, Giovanni Zagarese. "Si è reso conto - ha detto - di aver compiuto qualcosa che non si può nemmeno commentare. Attende la sentenza con serenità".
MORRONE CONDANNATO A 22 ANNI DI CARCERE
18:58 | È stato condannato a 22 anni di carcere Davide Morrone. Il processo si è svolto nel tribunale dei minorenni di Catanzaro. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 24 anni per il giovane che nel gennaio scorso aveva tentato il suicidio in carcere.
La sentenza è stata emessa dopo circa quattro ore di camera di consiglio dal giudice dell'udienza preliminare del tribunale per i minorenni di Catanzaro cui il pubblico ministero, Rita Tartaglia, aveva chiesto una condanna a 24 anni. Dopo la lettura della sentenza il padre della giovane vittima ha espresso il suo ringraziamento per il lavoro svolto dalla Procura per i minorenni, che ha definito "encomiabile", affermando che comunque a fronte di una vita così giovane distrutta avrebbe preferito l'ergastolo, che non è però previsto dall'ordinamento minorile.
Un impegno a restare "vicino" al proprio figlio è stato invece espresso dalla madre del giovane imputato - non presente in aula ma rimasto presso la struttura che lo ospita -, che ha detto "non lo lascerò solo a marcire in galera". Si sono infine limitati ad annunciare l'appello gli avvocati Giovanni Zagarese e Antonio Pucci, difensori di Davide Morrone, diciasettenne all'epoca dei fatti, che avevano chiesto per lui il rito alternativo che si è concluso questa sera.
Dopo l'omicidio, avvenuto secondo la ricostruzione degli inquirenti al culmine di una violenta lite dovuta alla grande gelosia del giovane, D. M., reo confesso, fu sottoposto a fermo, poi convalidato con contestuale emissione di ordinanza di custodia cautelare, e affidato all'istituto penale da dove, a fine gennaio, è uscito per essere affidato ad una struttura sanitaria per decisione dell’autorità giudiziaria che ha reputato le sue condizioni incompatibili con il regime carcerario, avendo il giovane tentato per due volte il suicidio. (AGI)