Garante per l’infanzia su morte Fabiana Luzzi
L’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, in ordine ai recenti eventi di cronaca relativi all’uccisone della minore Fabiana Luzzi, sottolinea la particolare gravità dell’accaduto, atteso che l’evento criminoso vede coinvolti sia nella vittima sia nel carnefice due minori.
La drammaticità degli eventi è aggravata dalla minore età dei soggetti coinvolti, la violenza di genere riguarda, come in questo caso, dei minori sotto un duplice aspetto. Da un lato quello della vittima, la quale a seguito della “violenza di genere”, espressione della diffusa violazione dei diritti umani, è stata privata del suo diritto alla vita.
Ciò è avvenuto attraverso un’uccisione, che dalle prime informazioni riportate dalla stampa –informazioni che saranno poi costituite di fondamento solo in seguito agli esiti delle indagini della magistratura- si presentata barbarica e non preterintenzionale.
Dall’altro le modalità di agire dell’omicida: la lucida volontà e l’apparente assenza di segni di pentimento mostrano, accanto ad una precisa volontà criminale –che dovrà anch’essa essere accertata dall’Autorità giudiziaria- una totale mancanza di educazione (di cui sono responsabili sia le famiglie sia le istituzioni, e, dunque, la società nel suo insieme) al rispetto delle donne, al rispetto dei valori contenuti nella Convenzione di Istanbul; una educazione, piuttosto, improntata al disprezzo delle donne ed in generale dei soggetti che necessitano, per l’appartenenza ad un genere particolare, di maggiore protezione.
Tale negazione al diritto di educazione di cui probabilmente il minore omicida è stato vittima, però, non deve e non può esentarlo dalle responsabilità che derivano dall’atto criminoso da lui compiuto, da un lato per la realizzazione della funzione rieducativa cui è preposta la pena, dall’altro per impedire l’emulazione di altri soggetti minori già minati nella loro ineducazione e in evidente difficoltà sociale.
Ogni notizia di femminicidio, ogni espressione sociale di violenza contro le donne costituisce la lesione del diritto dei minori a ricevere una educazione conforme allo spirito degli ideali proclamati nella Carta delle Nazioni Unite, in particolare in uno spirito di pace, di dignità, di tolleranza, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà così come consacrato nel preambolo della Convenzione di New York.
Da ultimo, nel rispetto e comprensione del diritto di cronaca dei giornalisti, si chiede collaborazione alla stampa, trattandosi di minori, non solo rispettando le norme, anche di autoregolamentazione, concernenti il rapporto stampa/minori, ma anche di ridurre al minimo il propagarsi di notizie ed evitare il diffondersi di una eco che rischia di produrre, in soggetti in fieri particolarmente già segnati, atti di emulazione.
Si chiede, inoltre,ai rappresentanti della Chiesa Cattolica intervenuti pubblicamente per sollecitare il perdono da parte della famiglia della vittima, con deferenza e nel rispetto del loro Ministero, di seguire nel segreto della confessione e nell’umiltà e discrezione cristiana i soggetti coinvolti che ne facciano richiesta, ma di non sollecitare perdoni non maturati e troppo solerti che possano lasciare intendere, a soggetti in fieri non pienamente maturi, che all’evento omicida possa porsi rimedio immediatamente attraverso il perdono e non attraverso l’acquisizione di coscienza e rieducazione cui è deputata l’amministrazione della giustizia.