Morte Fabiana: rabbia e dolore a Corgliano Calabro

Cosenza Attualità Antonio Le Fosse

Rabbia e dolore nell’intera comunità coriglianese per l’efferato omicidio della 16enne Fabiana Luzzi, uccisa a Corigliano Calabro dal suo fidanzato, anche lui minorenne, che dapprima l’accoltellata e, successivamente, le ha dato fuoco in aperta campagna. Fabiana, secondo il racconto del ragazzo davanti al Pubblico Ministero Maria Vallefuoco della Procura della Repubblica di Rossano, si è difesa strenuamente, tentando anche di togliere al suo assassino la tanica di benzina con cui ha bruciato il suo esile corpo. A Corigliano Calabro, il paese dei due ragazzi, tutte le scuole sono state chiuse in segno di lutto. Gli studenti, ieri, hanno sfilato, in corteo, con striscioni in ricordo di Fabiana Luzzi.

Il corteo, partito dall’Istituto Tecnico Commerciale Statale “Luigi Palma” allo Scalo di Corigliano, è arrivato sotto l’abitazione della ragazza uccisa per manifestare la loro vicinanza nei confronti della famiglia. La mamma di Fabiana, con le lacrime agli occhi, ha voluto ringraziare tutti, affacciandosi dal terrazzo di casa, ed ha gridato ad alta voce che si faccia giustizia per il vile gesto perpetrato nei confronti della figlia. Anche il Vescovo della diocesi di Rossano-Cariati, S. E. Mons. Santo Marcianò, ha fatto visita, alla famiglia Luzzi, nonostante questi siano Testimoni di Geova, per esprimere la sua vicinanza in questo momento tragico. L'omicidio della sedicenne di Corigliano Calabro è, secondo l'arcivescovo di Rossano-Cariati, Santo Marcianò, un gesto «orribile e violento che certamente esige una condanna precisa». Il presule prega per i familiari della sedicenne e per il giovane omicida. «Ora - afferma l'arcivescovo Marcianò - voglio invitare tutti, augurandomi che si stronchino i toni accesi della rabbia e della vendetta e si trovino gesti di solidarietà, amore, perdono per non far sentire sole le vittime di questa tragedia».

«È un gesto - afferma monsignor Marcianò - ancor più efferato perché nato da una relazione tra due persone, tra due ragazzi che sembravano legati da sentimenti di affetto e, dunque, di fiducia. Lo stato d'animo di profondo sgomento, talora anche di rabbia e rancore, che invade le famiglie e l'intera comunità cittadina di Corigliano, sembrerebbe comprensibile e ineluttabile. È necessaria, tuttavia, una riflessione più profonda che, senza pretendere di capire e, certamente, senza voler giustificare, porti tutti noi a chiederci su quale terreno possano germogliare eventi così assurdi. Nasce dunque spontanea la preghiera che, per il credente, diventa lo spazio a cui consegnare le angosce e le rabbie, il desiderio di vendetta e il dolore irrimediabile, perché tutto sia accolto e trasformato dalla misericordia infinita di Dio, unica risposta al male e al dolore dell'uomo. Preghiamo con tutte le forze per Fabiana Luzzi perché la sua innocenza e la sua esistenza spalancata sul futuro siano accolti dall'eternità dell'Amore di un Padre che non offre sorprese o tradimenti ma che abbraccia e restituisce bellezza ad ogni ferita violenta e ad ogni offesa della dignità, restituisce vita alla stessa morte. Preghiamo per la sua famiglia, perché il dolore che oggi la ammutolisce sia lenito dall'amore di molti».

«Preghiamo - aggiunge l'arcivescovo - per colui che ha commesso il terribile omicidio, perché prendendo consapevolezza della gravità di quanto ha compiuto non sia sopraffatto da irrimediabili sensi di colpa ma si incontri col Dio della verità e della misericordia, che a tutti offre una strada possibile di giustizia, perdono, conversione, cambiamento di vita. Con la stessa forza, vorrei invitare tutti a prendere sul serio l'urgenza ed emergenza educativa, abbandonando una volta per tutte quell'individualismo e quel totalitarismo dei sentimenti e della libertà individuale che generano solo violenza e sopruso. «Dobbiamo – conclude l’arcivescovo Marcianò - stringerci insieme per ritrovare, riaffermare e difendere, con coraggio, i valori della vita e della dignità di ogni persona umana, sui quali si costruisce il vivere civile.» Al messaggio del presule della chiesa locale si unisce anche l’intera collettività calabrese per l’efferato omicidio che, ancora una volta, ha visto come protagonista una ragazza minorenne, la quale amava la vita.

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