Ciao Fabiana! Corigliano si stringe alla famiglia Luzzi per l’ultimo saluto alla 16enne
E’ stato il bianco il colore dominante a Corigliano durante l’ultimo saluto a Fabiana Luzzi, la ragazza sedicenne uccisa dal fidanzato di 17 anni, dopo essere stata accoltellata, venti volte, e bruciata quando era ancora viva. Bianchi i fiori che campeggiavano ovunque; stesso colore dei palloncini che si sono librati in aria, come le colombe, all’uscita della bara, anch’essa bianca dopo la funzione religiosa è celebrata con il rito dei Testimoni di Geova che è la religione della famiglia della vittima. Numerosi i teli, naturalmente bianchi, appesi fuori dal palazzo con scritte affettuose: «resterai sempre nei nostri cuori», «riposa in pace piccolo angelo».
Il palazzetto dello sport ha ospitato le esequie, che hanno visto la partecipazione di migliaia di persone, provenienti anche da fuori regione, a testimonianza del fatto che Fabiana è diventata uno dei simboli del femminicidio.
In cinquemila hanno voluto tributare alla sfortunata ragazza, la cui immagine sorridente campeggia in diversi striscioni, l’ultimo saluto, stringendosi intorno ai suoi genitori e alle sue sorelle, in un abbraccio collettivo. Ha partecipato a questo tributo collettivo al cordoglio, a titolo personale, il ministro alle Pari opportunità Josefa Idem, che prima delle esequie ha incontrato la famiglia di Fabiana, i genitori Mario e Rosa. «Sento di dover chiedere perdono a lei e a tutte le donne, uccise per mano di chi abusa della parola “amore”», ha detto la Idem prima dell’incontro.
Molti i giovani presenti, della stessa età di Fabiana e del suo aguzzino, di un anno più grande, che nelle stesse ore il gip del tribunale dei minori di Catanzaro ha convalidato il fermo, emettendo nei suoi confronti l’ordinanza di custodia cautelare nell’istituto minorile per omicidio volontario aggravato. Dolore e rabbia erano i sentimenti prevalenti dell’intera giornata di ieri vissuta a Corigliano, “chiusa” per lutto. A far da sfondo, anche una telefonata, a tratti drammatica, fatta dalla mamma di Fabiana a quella del ragazzo omicida. Rosa non ha lasciato un attimo la fotografia della figlia, che ha stretto tra le braccia per tutto il pomeriggio.
Nel palazzetto, è stata vietata la presenza di cameraman e fotografi, ma anche di o foto, secondo le consuetudini dei testimoni di Geova. Il solo a parlare è stato il ministro dei testimoni di Geova Salvatore Chiappetta, che nella sua orazione funebre ha detto che «Fabiana amava la vita la sua famiglia e i tanti amici tra i testimoni di Geova ed in altri contesti. Non ci sono parole per spiegare». Il momento di maggiore commozione è stato quello dell’uscita del feretro dal palazzetto dello sport, accompagnata da un lungo applauso della folla presente, quasi liberatorio della tensione che nelle ore precedenti si era accumulata. Poi, la bara è stata sistemata nel carro funebre e dopo gli ultimi saluti della famiglia, il corpo di Fabiana ha intrapreso il suo ultimo viaggio, nella consapevolezza che il sorriso di quella che era una ragazza semplice di 16 anni, nessuno lo potrà mai dimenticare.