Bonifica, Oliverio lapidario: “operazione a danno cittadini, cominciano a scoprirsi altarini”

Crotone Infrastrutture

Sulla bonifica dell’area Sin di Crotone si sta consumando una grave operazione a danno dei cittadini e della città. Incominciano a scoprirsi gli altarini”: è quanto sostiene l’ex governatore della Calabria, Mario Oliverio, che ha voluto ripercorrere le vicende che riguardano la bonifica dell’area Sin di Crotone-Cassano-Cerchiara, oggi al centro di una accesa querelle che riguarda il come ma soprattutto il dove saranno smaltiti i rifiuti generati dalle attività di “riparazione” dal danno ambientale demandate all’Eni Rewind.

A favore di “chi non conosce la vicenda, o fa finta di non conoscerla”, l’ex presidente della Giunta (in quota Pd) ricorda che nel 2016, quando era ancora alla guida della Regione, erano stati approvati il Piano di Gestione dei Rifiuti Regionale, il Piano Amianto Regionale e successivamente il Paur, sulla base dei quali la Conferenza dei Servizi decisoria del 24 Ottobre del 2019 ha poi approvato il Piano di Bonifica fase 2 (Pob Fase 2) con la chiara e vincolante prescrizione ad Eni Rewind di portare i rifiuti speciali pericolosi fuori da Crotone e dalla Calabria.

Oliverio evidenzia che il 12 Marzo scorso, invece, il Presidente Roberto Occhiuto ha modificato il precedente Piano di Gestione dei Rifiuti Regionale ed Eni, il 15 marzo successivo - “guarda caso solo tre giorni dopo!”, evidenza l’ex governatore - ha formalmente chiesto al Ministero dell'Ambiente la convocazione di una nuova Conferenza dei Servizi alla quale ha presentato un Piano di bonifica che prevede di lasciare i veleni nel capoluogo pitagorico, piano approvato, con un decreto, il 2 agosto scorso.

“In parole semplici ciò che prima ad Eni Rewind non è stato consentito, oggi viene reso possibile!” sbotta quindi Oliverio per il quale sarebbero evidenti “le responsabilità delle Istituzioni locali che hanno sostanzialmente permesso, anzi avallato questo scellerato disegno a danno della città di Crotone e della salute dei cittadini”.

Per l’ex presidente, quindi, la diversa linea assunta in questi mesi dalle Istituzioni locali – tra cui Regione, Provincia e Comune di Crotone - rispetto al 2019, costituirebbe “la prova che senza il complice avallo delle Istituzioni locali, non sarebbe stato possibile pervenire a tale dannosa conclusione, consentendo ad Eni Rewind ciò che prima non gli è stato consentito: lasciare i veleni a Crotone.

Un'operazione miliardaria sulla pelle dei crotonesi”.

Oliverio ne ha particolarmente per il Sindaco di Crotone, Vincenzo Voce: “piuttosto che fare una inutile e speciosa polemica con noi ci avesse ascoltato facendo una decisa e motivata opposizione alle modifiche apportate al Piano di Gestione dei Rifiuti dalla Giunta Occhiuto e si fosse messo alla testa di un movimento unitario dell'intera città di Crotone, quanto si sta verificando non sarebbe stato possibile” afferma.

“Ben vengano i ricorsi al Tar, anche se bisogna dire che i presupposti amministrativi, con il Nuovo Piano di Gestione dei Rifiuti 2024 non giocano a favore. Così come non contribuiscono ad impedire nuove discariche (ad esempio Giammiglione e chissà cos'altro!)” puntualizza ancora Oliverio per il quale i pianti da coccodrillo servono a poco così come a poco servono le luci psichedeliche per animare la piazza se il costo da pagare e così alto e avvelenato”

Per l’ex governatore della Calabria il Sindaco Voce avrebbe dovuto comprendere “che, data la portata degli interessi, si stava giocando una partita sopra di lui e sulla pelle della città”.

“Ai giornali ed ai mezzi di comunicazione che vogliano affermare la verità e sul serio difendere la salute dei cittadini, contro le operazioni affaristiche e corruttive, consiglio una lettura ed una valutazione oggettiva di questa vicenda per rendersi conto di quanto sta accadendo. Non è poi tanto complicato capirlo: basta rifarsi agli atti! Mettere a confronto ieri ed oggi” conclude Oliverio convinto che cosìsi potrà comprendere che questa vicenda è anche la plastica rappresentazione di una giustizia che, purtroppo spesso, funziona ed agisce in modo rovesciato