Abramo Cc. Appello di Natale al Governatore dagli ex Lap: “non ci lasci nell’incertezza”
Scelgono - forse non a caso - il giorno di Natale gli ex lavoratori a progetto, i cosiddetti Lap, dell’Abramo Customer Care di Crotone, per scrivere direttamente al presidente della Regione, Roberto Occhiuto.
In queste ore in cui tutti sono felici e si godono sereni il calore delle festività, decine e decine di lavoratori vivono infatti il tormento dell’incertezza per il loro futuro.
Lavoratori che - come scrivono nella missiva al governatore - si rifiutano di pensare che, con 20 milioni di euro di fondi pubblici messi a disposizione per la digitalizzazione, non ci possa essere uno spazio per un contratto degno di essere chiamato tale anche per loro. “Ci rifiutiamo di pensarlo perché significherebbe che questa visione avrebbe comunque un aspetto di miopia abbastanza evidente”, sbottano all’unisono.
Gli ex Lap della Abramo si rivolgono quindi ad Occhiuto, perché in questo momento lo ritengono l’unico interlocutore attendibile da cui avere delle risposte certe.
“Qualche giorno fa, sul piazzale di quell’azienda che ci ha visto da sempre precari, alcuni di noi addirittura da 16 anni, ci eravamo illusi, stappando anche una bottiglia per celebrare, una volta in più, quella che da parte sua è stata una vera e propria impresa: salvaguardare 1000 posti di lavoro” affermano ancora.
“E vede - proseguono gli ex Lap - parliamo di impresa non a caso. A Crotone soprattutto abbiamo conosciuto i danni causati dall’assistenzialismo fine a sé stesso. Il fallimento delle fabbriche nella “Stalingrado del Sud” ha lasciato anni cassa integrazione, una buona uscita che ha molti sembrava la panacea di tutti i mali e nient’altro. Ma poi i soldi, senza lavoro, finiscono. E rimangono solo i veleni. Che per noi, figli di quegli operai, significa lavorare con una spada di Damocle sulla testa. Non dobbiamo di certo spiegarle il perché: la nostra sede distava poche centinaia di metri da quei luoghi che hanno lasciato fame, disperazione e morte. E hanno fatto la fortuna di pochissimi”.
Non a caso di lavoratori a progetto della Abramo citano questa vicenda che fa parte oramai della storia industriale del capoluogo pitagorico, e che ha portato poi ai tristemente famosi “Fuochi di Crotone”.
“Lo facciamo – dicono - perché conosciamo bene la storia della nostra città. E vede pensiamo che ci sia un collegamento diretto con quella storia. Abbiamo imparato, sulla nostra pelle, che continuare a lavorare è l’unica soluzione possibile”.
“Durante questa vicenda - proseguono gli ex Lap - abbiamo più volte sentito parlare di “dignità lavorativa”. Lo sa che noi, questa dignità, non l’abbiamo mai avuta? Eppure basterebbe poco per capire chi, soprattutto negli ultimi anni, tirava la carretta a quello che rimaneva di un’azienda allo sfascio”.
“Ad oggi – evidenziano ancora e però - ci troviamo senza risposte, senza chiarezza. Le diciamo, in questo santo giorno di Natale, che non ce lo meritiamo. Speriamo, anzi siamo sicuri, che nessuno ha mai pensato di farci assumere in Konecta con un contratto che non preveda una stabilizzazione definitiva. Siamo stati Lap – Lavoratori a Progetto – persone costrette a lavorare per quel “progetto” per anni, anni e ancora anni. Anche quando quel progetto era fallito, continuavamo a firmare contrattini a scadenza senza nessuna tutela. Ci lasci dire, una vergogna per un Paese civile”.
Lavoratori che adesso, però, pretendono chiarezza: “lo dobbiamo alle nostre famiglie, ma anche a noi stessi. Perché è giusto così”, affermano e nel ringraziare Occhiuto per quanto fatto fino ad ora, chiedono “solo essere trattati come gli altri”.
“Questa fiducia ce la meritiamo, ce la siamo meritata negli anni. E ci consenta di esprimere un ultimo pensiero: da questa storia chi ci guadagna di più è proprio Konecta, che godrà di una commessa blindata e di sgravi fiscali. Se non dovesse trovarsi una soluzione per far guadagnare degli sgravi anche per le nostre assunzioni di certo non è un nostro problema. E Konecta potrebbe tranquillamente farsene carico. Assicuriamo noi che si tratterebbe di un investimento. In alternativa basta chiedere a chi ci ha gestito fino ad ora” concludono gli ex Lap.