Omicidio Chimirri, concluse le indagini sul pestaggio del viceispettore Sortino

Crotone Cronaca

Sono ufficialmente concluse le indagini a carico dei quattro soggetti coinvolti nel brutale pestaggio del viceispettore di Polizia Giuseppe Sortino (QUI), avvenuto lo scorso 7 ottobre nel quartiere Lampanaro di Crotone a seguito dell’omicidio di Francesco Chimirri (QUI).

Ad essere indagati sono infatti il figlio, il padre e i fratelli di quest’ultimo (rispettivamente Domenico Chimirri, di 18 anni, e Domenico Chimirri di 67, Antonio e Mario Chimirri, di 41 e 36 anni), su cui pende l’accusa, a vario titolo, di tentato omicidio aggravato, lesioni personali pluriaggravate, resistenza e violenza a pubblico ufficiale in concorso e porto abusivo e illegale di armi e oggetti atti ad offendere.

Il provvedimento è stato notificato oltre che ai quattro parenti, anche ad un 25enne, Bruno Luchetta, che, interessato da uno dei due incidenti stradali provocati da Chimirri, è indagato invece per favoreggiamento personale (QUI).

Sebbene avesse assistito alle fasi iniziali del pestaggio, così come rileverebbe l’esame delle immagini della videosorveglianza, sentito dagli inquirenti non avrebbe riferito qualsivoglia circostanza utile alle indagini, “così aiutando gli altri a eluderle nella fase inziale”, sostengono i carabinieri.

L’attività investigativa, svolta sotto lo stretto coordinamento della Procura pitagorica e grazie ai rilievi dei Carabinieri e del Ris di Messina, avrebbe permesso di acclarare le presunte responsabilità dei familiari della vittima, che secondo gli inquirenti avrebbero aggredito preventivamente il poliziotto che, come è noto, si stava recando in Questura per prendere servizio.

La ricostruzione dei militari racconta che Sortino, quel giorno, dopo aver notato un’auto che stava percorrendo la statale 106 a una velocità elevatissima - alla cui guida vi sarebbe stato Chimirri, e che avrebbe anche causato una serie di lievi collisioni con altre vetture - avrebbe deciso di seguirla arrivando fino via Don Giuseppe Puglisi, nel quartiere di Lampanaro, dove sarebbe nato un diverbio con la vittima ed il figlio, entrambi all’interno del mezzo.

Dopo essersi identificato come un poliziotto e chiesto spiegazioni sulla guida pericolosa, sarebbe stato così aggredito anche usando uno sfollagente.

Fondamentali per la ricostruzione dei fatti non solo le registrazioni delle immagini della videosorveglianza, ma anche i diversi video pubblicati dai cittadini sui social network e che, recuperati interamente ed analizzati, avrebbero permesso di ricostruire sia la violenta aggressione che il tentativo di uccidere il viceispettore.

L’agente infatti sarebbe stato aggredito, inizialmente, sia dalla vittima che dal figlio, arrivando così ad estrarre l’arma d’ordinanza e sparare, colpendo mortalmente Chimirri.

Successivamente sarebbero sopraggiunti gli altri tre familiari della vittima che avrebbero continuato il brutale pestaggio arrivando persino a recuperare la pistola e puntarla contro Sortino, mentre questi era a terra ed in ginocchio, non riuscendo però a far fuoco per mera casualità.

Sono ufficialmente concluse le indagini a carico dei quattro soggetti coinvolti nel brutale pestaggio del viceispettore di Polizia Giuseppe Sortino (QUI), avvenuto lo scorso 7 ottobre nel quartiere Lampanaro di Crotone a seguito dell’omicidio di Francesco Chimirri (QUI).

Ad essere indagati sono infatti il figlio, il padre e i fratelli di quest’ultimo (Domenico Chimirri, di 18 anni, e Domenico Chimirri di 67, Antonio e Mario Chimirri, di 41 e 36 anni), su cui pende l’accusa, a vario titolo, di tentato omicidio aggravato, lesioni personali pluriaggravate, resistenza e violenza a pubblico ufficiale in concorso e porto abusivo e illegale di armi e oggetti atti ad offendere.

Il provvedimento è stato notificato oltre che ai quattro parenti, anche ad un 25enne, Bruno Luchetta, che, interessato da uno dei due incidenti stradali provocati da Chimirri, è indagato invece per favoreggiamento personale (QUI).