Assoluzione Facciolla. Parla il legale: “si è difeso, in silenzio, nel processo e non dal processo”
Venerdì, “in un silenzio assordante”, si è conclusa davanti al Tribunale di Salerno, la vicenda giudiziaria del Procuratore Capo di Castrovillari Eugenio Facciolla (QUI).
Le indagini della Procura di Salerno, avviate ben sette anni fa, e che decapitarono la Procura della città del Pollino, colpendo con tre procedimenti diversi lo stesso Facciolla, hanno visto la definizione, nella serata del 18 luglio, con una sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste e per non aver commesso il fatto.
Nel tempo, al Procuratore, che pure aveva ricevuto una immediata solidarietà dall’intero territorio, sono stati attribuiti i più svariati reati di corruzione, in tutte le sue forme, e di falso, con ben tre indagini confluite in un unico processo.
L’accertamento della verità
Momenti certamente difficili per il Magistrato, che è visto colpito da più parti con l’attribuzione di comportamenti variegati. “Mai nemmeno per un attimo, le indagini ne hanno modificato le scelte, ha continuato a difendersi nel processo, e non dal processo, testimoniando di credere nel sistema giustizia, con la stessa ferma volontà che lo aveva portato a riaprire indagini chiuse da anni, per arrivare all’accertamento della verità, per dare risposte serie e soprattutto concrete, ai cittadini di un territorio certamente difficile, ma non irrecuperabile”, ha voluto evidenziare oggi, a freddo il legale di Facciolla, l’avvocato Antonio Zecca.
Affermata l’integrità morale
“Grosso dispendio di uomini e mezzi, Carabinieri, Guardia di Finanza Polizia di Stato, intercettazioni telefoniche ed ambientali, accertamenti personali e patrimoniali, installazione di telecamere e microspie - puntualizza il difensore - che hanno interessato anche tutto il suo nucleo familiare, che alla fine hanno accertato l’assoluta correttezza dei comportamenti, anzi hanno affermato l’integrità morale e professionale del Facciolla - ma non ve ne era bisogno – ma anche dei suoi familiari”.
Per trentasei udienze, infatti, il Procuratore Capo di Castrovillari è rimasto sempre presente, seduto al fianco del suo avvocato Zecca, per ribadire la sua innocenza e dimostrare il rispetto per l’esercizio della giurisdizione.
Gli altri a processo
Coinvolti nelle indagini e quindi nel processo, anche un sottufficiale della Polizia di Stato Vito Tignanelli, difeso dall’avvocato Pasquale Vaccaro di Cosenza ed anche il coniuge Marisa Aquino difesa dall’avvocato Lucio Conte, e perfino la società da questi rappresentata la STM difesa dall’avvocato Viviana Grottola. Tutti assolti.
“Ciò che oggi appare stridente - sottolinea ancora l’avvocato Zecca - non è l’assoluzione intervenuta, ma il silenzio che è calato sulla vicenda, quasi che fosse una cosa da nascondere”
La dignità mai scalfita
Secondo il legale, dunque, ciò che rimane di tutto ciò “non è la dignità o la professionalità del Dr. Facciolla, mai nemmeno scalfita nel corso degli anni, o la ritrovata serenità degli altri imputati; ciò che rimane è la “decapitazione” della Procura della Repubblica di Castrovillari, che pure aveva visto il forte dissenso perfino dell’amministrazione comunale tanto da decidere in Consiglio Comunale, con specifica delibera N° 80 del lontano 11 Dicembre 2019, di richiedere di rivedere il provvedimento di trasferimento del magistrato, alla Corte d’Appello di Potenza, ricordando che la giustizia la si amministra in nome del popolo”.
L’integrità del magistrato
L’avvocato rammenta infine che ancora oggi il Sindaco di Castrovillari, Mimmo Lo Polito, nel continuare ad affermare che “questa assoluzione, oltre a confermare la fiducia che abbiamo sempre riposto nella sua integrità e nel suo operato, è una conferma della giustizia e un motivo di sollievo per la nostra comunità”, evidenzia la necessità fortemente sentita dai cittadini “di avere tanti Eugenio Facciolla - proprio in quei territori dove la giustizia deve sgomitare per trovare spazio ed affermazione – che lontani dalla pubblicità e dalle telecamere fanno in silenzio il proprio dovere, per contribuire ad amministrare proprio quella giustizia che si applica in nome del popolo”.