Catanzaro: il Tribunale conferma sequestro beni per 200 mln a imprenditore

Catanzaro Cronaca

Il tribunale di sorveglianza di Catanzaro ha confermato oggi il provvedimento di sequestro di beni per un valore di circa 200 milioni di euro eseguito il 22 giugno a carico di dell'imprenditore Salvatore Mazzei, 53 anni, di Lamezia Terme, sorvegliato speciale. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Catanzaro su richiesta del procuratore di Lamezia Terme Salvatore Vitello e del sostituto Luigi Maffia, riguarda quote di società, l'albergo Aer Hotel Phelipe e la cava di localita' San Sidero, a Lamezia. Mazzei, secondo l'accusa, sarebbe il reale titolare di questi svariati beni, riconducibili ai congiunti dell'imprenditore, cui li avrebbe "passati" per liberarsene onde evitare che potessero essere sequestrati per via dei procedimenti penali a carico dell'uomo ha in corso. I controlli incrociati effettuati dai carabinieri in considerazione del patrimonio di Mazzei completamente sproporzionato rispetto al reddito dichiarato, insieme alla violazione dei sigilli cui l'uomo sarebbe incorso piu' volte rispetto a beni che gli erano stati sequestrati, hanno poi indotto la Procura a chiedere il sequestro patrimoniale oggi confermato dal tribunale, che ha invece dissequestrato tutto quanto era stato sequestrato a Maria Cristiano (difesa da Eugenio Battaglia), segretaria di Mazzei, pure coinvolta nelle stesse verifiche dei carabinieri del Noe e del comando provinciale di Catanzaro. Mazzei (difeso dall'avvocato Francesco Gambardella) si trova attualmente agli arresti domiciliari in quanto indagato per furto aggravato, danneggiamento aggravato di cose sottoposte a vincolo paesaggistico-ambientale, crollo di costruzioni e violazione di sigilli. La misura cautelare era stata disposta dopo che, nel corso di un controllo, i carabinieri avevano trovato cinque operai al lavoro nella cava che era gia' sotto sequestro nell'ambito di un'inchiesta. Il 28 febbraio del 2009 l'imprenditore era già finito in manette, assieme ad altri due indagati, nell'ambito del blitz "Autostrada" condotto dal Ros dei Carabinieri, con l'accusa di aver fatto parte di un sistema di infiltrazioni mafiose nei cantieri per il rifacimento dell'A3 Salerno-Reggio Calabria. Quel procedimento si e' concluso il 19 maggio con la condanna a quattro anni di reclusione estorsione ai danni di ditte impegnate sulla A3 per Mazzei, che comunque e' stato assolto dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.