‘Ndrangheta: operazione “Decollo Ter”, imputati chiedono scarcerazione
I difensori di quattro delle dieci persone arrestate nell'ambito dell'inchiesta Decollo Ter hanno chiesto al tribunale della libertà di Catanzaro l’annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare o, in alternativa, la concessione degli arresti domiciliari. L’inchiesta riguarda il riciclaggio ed il reimpiego del denaro proveniente dal narcotraffico della cosca della 'ndrangheta dei Mancuso di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia. Oggi davanti ai giudici del riesame sono intervenuti i difensori del direttore del Credito Sammarinese, Lucio Amati, il componente del collegio dei sindaci della banca, Massimiliano Sensi, e dei professionisti Domenico e Francesco Salvatore Lubiana. Nel corso dell'udienza i legali dei quattro indagati hanno sostenuto l'estraneità alle accuse dei loro assistiti. I sostituti procuratori della Dda di Catanzaro, Salvatore Curcio e Paolo Petrolo, hanno invece chiesto il rigetto dei ricorsi dei difensori. Sulle richieste dei difensori i giudici si sono riservati di decidere. L'inchiesta ruota intorno ai depositi fatti nel Credito Sammarinese da Vincenzo Barbieri, il broker della droga legato alla cosca Mancuso ucciso nel marzo scorso in un agguato a San Calogero. Nell'ordinanza di custodia cautelare il Gip Tiziana Macrì, ha sostenuto che il Credito Sammarinese aveva bisogno di denaro per superare una fase di crisi ed ha “aperto le porte alla 'ndrangheta” accettando i depositi di denaro fatti da Barbieri.