Operazione “Nasty Embassy”, le estorsioni agli imprenditori
Auto di lusso regalate o cedute in cambio di pochi spiccioli agli esponenti della cosca, ai loro familiari ed amici. Era una sottomissione incondizionata quella subita da un imprenditore, titolare di una concessionaria al volere della malavita locale, al punto da recarsi personalmente da chi lo perseguitava portando persino un vassoio di dolci in dono.
La stessa vittima non solo non ha denunciato gli estorsori, ma ha provato anche a negare di sottostare alle angherie dei suoi aguzzini, smentita clamorosamente dalle intercettazioni e dalle altre risultanze di indagine.
Questo è quanto emerge dall'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro sfociata nell'operazione "Nasty embassy", che, all'alba di oggi, ha portato alla notifica di un provvedimento di custodia cautelare in carcere a carico di cinque persone, ritenute affiliate alla cosca Lo Bianco di Vibo Valentia.
Sono stati gli investigatori della squadra mobile catanzarese a portare alla luce lo scenario ricostruito nell'inchiesta diretta dal sostituto procuratore Pierpaolo Bruni con il coordinamento dell'aggiunto Borrelli, che personalmente, assieme al capo della Mobile, Rodolfo Ruperti, ha raccolto le dichiarazioni della vittima.
"Quella di oggi - ha spiegato il magistrato sottolineando l'importanza delle indagini - è una vicenda tipicamente mafiosa, che testimonia per l'ennesima volta il totale assoggettamento dei cittadini al potere malavitoso in determinati contesti criminali, accompagnato infatti dal massimo grado di omertà delle vittime". Un vero e proprio "scoglio", quest'ultimo, che anche Ruperti ha voluto mettere in evidenza, citando come emblematico il caso dell'odierna vittima, che si recava addirittura in clinica con tanto di dolci alla mano a trovare Andrea Mantella, che ha commissionato le estorsioni ai suoi danni.