Ius Soli. Associazione Marco Polo plaude al sindaco Vallone

Crotone Attualità

L’Associazione di Volontariato Marco Polo - per la tutela dei diritti dei cittadini immigrati - esprime plauso all’iniziativa posta dal Sindaco di Crotone, Avv. Giuseppe Vallone, di volersi fare promotore in Commissione ed in Consiglio Comunale, per l’approvazione di un regolamento che attesta la cittadinanza di nascita a ragazzi figli d’immigrati che sono nati e che nasceranno nella Città Capoluogo di Provincia. La Marco Polo, ritiene tale iniziativa conforme a quanto da tempo si sta discutendo nel mondo dell’immigrazione, ossia “un giusto riconoscimento “ ai figli di cittadini immigrati che giornalmente nascono nel nostro paese e che frequentano le stesse scuole dei nostri figli e parlano la nostra lingua, credono nelle nostre istituzioni, rispettano la nostra bandiera più di quanto facciano tanti italiani e perfino alcuni deputati eletti in Parlamento, credono nel Presidente della Repubblica, non sono italiani e non sono neanche del loro Paese di origine, perché in quel Paese magari non ci sono mai stati, per cui è necessario rimettere la storia in carreggiata.

Questa non è più la storia di cinquant'anni fa, quando in Italia gli stranieri venivano per passeggiare e vivere la famosa esperienza della “Dolce Vita”di Fellini. È un'Italia in cui ci sono tanti stranieri che vengono qui per lavorare e bisogna dar loro non solo speranza ma anche dei diritti. Per questo motivo è indispensabile modificare il quadro normativo sull'immigrazione per la parte riguardante il diritto di cittadinanza dei figli di cittadini immigrati, ma nati in territorio italiano, ormai italiani a tutti gli effetti tranne che da un punto di vista formale. A tal proposito,si ritiene doveroso evidenziare che, secondo, la titolare de Ministero dell’Interno, “E’ una questione di civiltà giuridica”, nell’affrontare, in questi giorni, la questione della cittadinanza “un tema sensibile, anche dal punto di vista dell’accelerazione, a normativa invariata, delle fasi temporali del procedimento”. Le norme attuali, ha ricordato il Ministro Cancellieri, “prevedono un termine ampio di 730 giorni per la definizione dei procedimenti di naturalizzazione, proprio per la necessità di acquisire le informazioni sulla stabilità della condizione reddituale e la regolarità nell’assolvimento degli obblighi fiscali e, in definitiva, la coincidenza tra l’interesse pubblico e l’interesse del richiedente all’ottenimento della cittadinanza”. I tempi sono imputabili oltre che agli adempimenti istruttori, anche all’incremento esponenziale del totale delle istanze presentate nell’ultimo quinquennio”.

Si è passati, infatti, dalle 30.573 nuove istanze del 2006 alle 70.358 del 2010, con un incremento del 130% circa. In altri termini, sono in aumento sia i nuclei familiari interamente composti da immigrati che presentano istanze di cittadinanza e sia i figli delle prime generazioni d’immigrati giunti in Italia che, in questi anni, stanno conseguendo la maggiore età dopo un periodo ininterrotto di permanenza nel nostro Paese”. Nella consapevolezza anche che la concessione della cittadinanza non potrà avvenire, per mero automatismo, ma dovrà essere inserita in un processo di reale integrazione caratterizzato da una serie di fattori, quali la residenza del nucleo familiare in Italia per un certo periodo di tempo e il completamento di una parte degli studi nel nostro Paese.

La Marco Polo, pertanto, si auspica che il tempo sia maturo per un cambiamento della normativa, perché il sentire comune è cambiato e perché la normativa è arretrata. Attualmente, i figli di stranieri possono chiedere la cittadinanza a 18 anni. Ma non è semplice e il percorso burocratico è pieno di ostacoli. Oltretutto, hanno facoltà di chiedere la cittadinanza solo entro un anno dal raggiungimento della maggiore età, e devono aver risieduto in Italia legalmente e senza interruzione.

Quindi, bisogna dare giustizia, a tante aspettative che pervengono dal mondo dell’immigrazione e cittadini Ius soli e ius sanguinis, termini dall' etimologia antica ma di estrema attualità e di cercare di esprimere semplici e chiare considerazioni quando trattasi di bambini nati in Italia e figli di coppie di stranieri immigrati, rilevando che la normativa in vigore, datata febbraio 1992, necessiti di una significativa rivisitazione in quanto non più attuale. In essa, infatti, viene indicato il principio dello ius sanguinis come unico mezzo di acquisizione della cittadinanza italiana a seguito della nascita, mentre l' acquisizione automatica della cittadinanza ius soli continua a rimanere limitato ai figli di ignoti e di apolidi. Sono svariati gli aspetti che ci convincono che sia una questione di civiltà e di giustizia ,congiunta ad una visione politica e laica della società, ossia la possibilità di concedere, di diritto, la cittadinanza a centinaia di migliaia di ragazzi nati in Italia e culturalmente italiani, figli di migranti, regolarmente residenti e che contribuiscono, per altro, alla stabilità civile e democratica del Paese.