Studente universitario ucciso a Catanzaro: altre due condanne

Catanzaro Cronaca

Due condanne a 21 anni e tre mesi di reclusione per l'imputato più anziano ed a 10 anni di reclusione per l'altro. È questa la sentenza della Corte d'assise di Catanzaro nei confronti di Cosimo Berlingieri e Gianluca Passalacqua, catanzaresi di etnia rom, di 44 e 23 anni, imputati per l'omicidio pluriaggravato dello studente universitario di 24 anni Massimiliano Citriniti, accoltellato a morte il 22 febbraio 2009 fuori dal Centro commerciale "Le Fornaci", a Catanzaro. Nessuna riapertura del dibattimento, né alcuna integrazione istruttoria, - scrive l'Agi - come aveva chiesto la difesa degli imputati, i giudici hanno invece emesso questa sera la propria decisione dopo quasi dieci ore di camera di consiglio, infliggendo alla fine una condanna a 21 anni e 3 mesi di reclusione a Berlingieri, e una a 10 anni a Passalacqua, dopo aver riconosciuto per entrambi le attenuanti generiche prevalenti su alcune delle contestate aggravanti, mente altre sono cadute (il pubblico ministero, Simona Rossi, aveva chiesto per gli imputati la condanna all'ergastolo).

La Corte ha inoltre riconosciuto alle parti civili, rappresentate dall'avvocato Francesco Gambardella, il risarcimento del danno che sarà liquidato in altra sede, attribuendo intanto provvisionali da 100.000 euro ciascuno alla madre ed al padre della vittima, e da 50.000 euro al fratello di Massimiliano. I difensori di Berlingieri e Passalacqua, gli avvocati Salvatore Staiano, Gregorio Viscomi, e Nicola Tavano, attenderanno ora le motivazioni della sentenza per proporre appello. Secondo quanto sostenuto dalla pubblica accusa, Citriniti sarebbe stato ammazzato a seguito di un banale scherzo fatto con della schiuma spruzzata in faccia ad un minorenne rom, che avrebbe dato vita ad una lite iniziata dentro al centro commerciale, e ripresa all'esterno più tardi, dove il 24enne è stato ucciso, sempre secondo le accuse, dopo essere stato bloccato da diverse persone che lo hanno aggredito. Tra queste persone, secondo la Procura, ci sarebbero stati Berlingieri e Passalacqua. A poche ore dal delitto le indagini condussero i poliziotti della Squadra mobile proprio a casa di Cosimo Berlingieri, dove la moglie di quest'ultimo affidò loro il figlio minorenne, ammettendo subito che era stato coinvolto nello scontro avvenuto alle "Fornaci". Il ragazzo diciassettenne, che è anche cognato di Passalacqua, è già stato giudicato con rito abbreviato e condannato in primo grado a 14 anni e 15 giorni di galera, poi scontati a 10 anni dalla Corte d'appello con una sentenza infine confermata dalla Cassazione il 19 ottobre.