Testimoni fanno scena muta per l’omicidio Citriniti

Catanzaro Cronaca

Non hanno aggiunto elementi nuovi al dibattito processuale Danilo Sinopoli e Mario Cappellano, nipoti di Cosimo Berlingieri, uno dei due maggiorenni accusato, assieme a Gianluca Passalacqua, per l'omicidio pluriaggravato del giovane universitario di 24 anni Massimiliano Citriniti, accoltellato a morte il 22 febbraio 2009 fuori dal Centro commerciale "Le Fornaci", a Catanzaro.

I due, citati come testimoni nell'ambito del processo a carico di Berlingieri e Passalacqua, in una prima occasione si erano trincerati dietro alla facoltà di non rispondere alle domande concessa loro per via della parentela con uno degli imputati. Poi, però, erano stati trascinati nuovamente davanti ai giudici a seguito di una richiesta dell'avvocato di parte civile Francesco Gambardella, che aveva rilevato come la facoltà in questione potesse valere solo nei confronti di Berlingieri, ma non anche di Passalacqua, ottenendo ragione dai giudici della Corte d'assise.

Sinopoli e Cappellano sono comparsi nuovamente al dibattimento, all'udienza di oggi, ma il primo ha continuato ad alternare lunghi silenzi a "non ricordo", oppure a racconti confusi tesi a rendere una versione diversa da quella ricostruita fin qui, tanto da indurre il pubblico ministero Simona Rossi ad una raffica di contestazioni per ricordare le dichiarazioni rilasciate in fase di indagini, ed i difensori degli imputati, gli avvocati Salvatore Staiano, Gregorio Viscomi e Nicola Tavano, ad opposizioni continue. Raccogliere la testimonianza di Cappellano, poi, si è dimostrato talmente difficile che alla fine il pubblico ministero vi ha rinunciato, chiedendo piuttosto l'acquisizione dei verbali delle sue precedenti dichiarazioni.

Il dibattimento è stato quindi dichiarato concluso, ed il processo è stato aggiornato all'udienza dell'11 gennaio, quando sono previste la requisitoria del pm e la discussione dell'avvocato Gambardella, che rappresenta i familiari del 24enne ucciso, ed a seguire del 19 gennaio, per le arringhe dei difensori degli imputati.