La transumanza, una risorsa turistica: tavola rotonda di studiosi, a Lorica
In occasione della terza edizione del “TransumanzeSila Festival”, promosso dalla Provincia di Cosenza, si è svolta l’1 settembre presso la sede della Proloco di Lorica, una tavola rotonda dal titolo, “La Transumanza, una risorsa turistica: etologia e antropologia di un richiamo antico”. L’incontro, moderato da Antonio Blandi, Presidente de “L’Officina delle Idee”, ha coinvolto un pubblico curioso di riscoprire “una tradizione millenaria” ed ha visto la partecipazione di docenti e studenti dell’Università della Calabria, i quali hanno effettuato alcuni studi significativi sul tema. Infatti, hanno dato il loro fattivo contributo il Prof. Marcello Bernardo, docente di Geografia al corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria, che ha messo in evidenza “l’importanza di portare queste ricerche al di fuori delle aule universitarie, per favorire la crescita e lo sviluppo di un turismo di nicchia in questi luoghi che rappresentano la culla della cultura e della pratica della transumanza”.
Il ricercatore dell’UniCal ha introdotto il tema della “pedagogia dell’ambiente”, un nuovo approccio per educare i bambini allo studio della montagna e delle ricchezze naturali della nostra terra. Ha preso la parola Teresa Noce, laureanda in Scienze della Formazione Primaria, che ha presentato il progetto sperimentale della sua tesi di laurea, rivolto ai bambini di classe quinta della scuola primaria, “cercando di sensibilizzarli ad una sana educazione ambientale, soffermandosi sul fenomeno della transumanza”. “Esso – ha evidenziato la studentessa - è stato alla base dell’economia di molte comunità, ma ora è quasi del tutto dimenticato o comunque poco conosciuto, soprattutto dalle nuove generazioni”. È intervenuto, poi, Francesco De Pascale, dottorando di ricerca in Geografia, che ha avvalorato la tesi secondo cui “riflettere sulla transumanza significa oggi pensare alle origini stesse della nostra civiltà e della vita umana sviluppatasi attorno al Mediterraneo”.
De Pascale ha posto in rilievo l’assenza di una letteratura sulla transumanza in Calabria, nonostante la presenza del fenomeno come in Abruzzo, Puglia Molise, Campania e Basilicata, concludendo con due testimonianze di un pastore anziano e di un quindicenne che rimarcano la differenza di percezione del fenomeno: “il vecchio transumante ci fa pensare al soldato che combatte per una causa, per un ideale; il ragazzo rispecchia certamente la forma mentis del giovane postmoderno, pronto a cambiare il proprio mestiere con un altro, pur di guadagnare di più”. Tra i relatori era presente anche il sindaco di Pedace, Stanislao Martire, che ha ribadito quanto sia fondamentale che “la scienza, la ricerca aiutino a far riappropriare il calabrese delle proprie tradizioni, usi e costumi, eliminando la condizione di subalternità subita in passato, come per esempio nel campo della gastronomia, nel caso del territorio silano”.
Ha concluso Pietro Lecce, assessore allo Sport, Turismo e Spettacolo della Provincia di Cosenza, soddisfatto di questa terza edizione del Festival, che “ha portato un ottimo flusso di turisti-visitatori nelle località silane, favorendo la crescita del turismo culturale”. L’On. Lecce ha proposto agli studiosi dell’UniCal di continuare su questa strada, “rafforzando le sinergie tra le politiche di ricerca, di innovazione e di sviluppo turistico del territorio, sfruttando le tradizioni più antiche”. Durante l’iniziativa è stato proiettato il documentario sulla pratica della transumanza legata alla presenza della podolica, curato da Rosamaria Cannarella e Adriana Toman. Uno dei protagonisti del documentario è il pastore transumante Silvio Aragona, presente all’incontro, che nell’intervista ha raccontato gli aspetti più caratteristici del mondo della transumanza calabrese, a partire dall’onomastica: infatti, i sentieri della transumanza nella nostra regione si chiamano “carovanili” o “chiubiche”, a differenza delle altre regioni dove il nome esatto è “tratturi”.