Crotone, Cgil: la bonifica deve rimanere una priorità
“In attesa di conoscere le motivazioni che hanno portato al proscioglimento dei 45 indagati nell’ambito dell’inchiesta “Black Mountain”, non vorremmo che la sentenza divenisse appiglio strumentale per derubricare questioni prioritarie sulle quali, all’opposto, occorre mantenere alta l’attenzione: lo stato di inquinamento del territorio; l’impatto che i siti contaminati hanno sulla salute; la bonifica del territorio; l’avvio concreto di un’altra economia solidale e verde per uscire dall’attuale crisi devastante e strutturale. – Lo scrive in una nota stampa Carmen Messinetti, della Segretaria Confederale Cgil Crotone - La sentenza, infatti, di per sé, non determina e non dovrebbe indurre a ritenere che Crotone non sia inquinata, che la bonifica possa subire un ulteriore rallentamento, che possa istituzionalizzarsi l’idea dell’ammissibilità e, quindi, ripetibilità, di un modello economico-produttivo forsennato e fagocitante che, dietro il ricatto occupazionale, può agire in sfregio alla salute ed alla sicurezza dei lavoratori e di intere popolazioni.
Come Cgil, quindi, invitiamo tutti i soggetti istituzionali a rilanciare ed accelerare con più vigore il processo di bonifica definendo obiettivi temporali, piani strategici di riuso, verificando lo stato di avanzamento dei progetti S.I.N. e delle risorse impegnate e realmente spendibili. Occorre associare alla responsabilizzazione istituzionale una pragmaticità scevra da interessi speculatori che possa favorire un approccio integrato per la bonifica e la riqualificazione delle aree produttive dismesse. Non vorremmo, infatti, che questa sentenza, associata ad altri preoccupanti fattori di contesto e normativi, quali il ricorso al TAR vinto da Sasol Italy Spa; la possibilità che si possa passare direttamente dalla fase di messa in sicurezza al riuso, saltando dunque la bonifica; la prospettiva che il fine e non il livello di inquinamento possano decidere le metodiche di risanamento dei siti; la volontà del Governo di ridurre i S.I.N. e di invitare le Regioni ad una riparametrazione dei siti contaminati, possano decretare lo stop definitivo alla bonifica di Crotone.
Se così fosse, per la Cgil di Crotone sarà inaccettabile, perché alla bonifica si legano le prospettive occupazionali e di crescita sostenibile del territorio, perché la bonifica è una straordinaria occasione per il rilancio produttivo e per la riqualificazione urbana e territoriale; perché la bonifica è una opportunità di programmazione di un piano straordinario del lavoro e del riscatto economico e sociale del territorio crotonese; perché la bonifica è il dovuto risarcimento ad una popolazione che già ha pagato, e continua a farlo, in termini di disoccupazione e morte.”
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