Operazione “Senza terra”, l’Epas prende le distanze e sospende la sede di Schiavonea
“L’operazione denominata “Senza Terra”, che ha per oggetto una truffa ai danni dell’Inps, ha sconvolto stamattina la provincia di Cosenza. Come sempre accade in queste occasioni la notizia sta facendo il giro della rete e dei vari notiziari”.
Inizia così un comunicato stampa inviato dal Patronato Epas ed a firma del suo presidente nazionale con cui tiene a chiarire il punto di vista dell’Ente di assistenza sociale sull’intera vicenda e prende “…nettamente le distanze da quanto accaduto stamattina nella Provincia di Cosenza, sottolineando - si legge nella nota - come il Sig. Caravetta non è più responsabile del nostro patronato da oltre tre anni; di conseguenza l’Epas ribadisce la sua estraneità ai fatti che da stamattina stanno rimbalzando sui media, e comunica che ha già provveduto a sospendere immediatamente la sede Epas di Schiavonea e si riserva di prendere i dovuti provvedimenti nei riguardi del personale operante in essa. Tra i beni sequestrati c’è anche l’immobile sito in via degli Ulivi a Corigliano Calabro (CS), ma va chiarito che – aggiunge l’Epas - il sequestro probabilmente è stato disposto perché l’immobile risulta essere di proprietà dell’indagato, e non perché utilizzato come sede di patronato: lo conferma anche il fatto che la Direzione Generale del Patronato Epas non ha ricevuto alcuna notifica al riguardo”.
“La vicenda – continua la nota - rischia di risultare ingiustamente e gravemente lesiva per l’immagine del patronato Epas, anche in considerazione del fatto che in diversi comunicati viene citato il Patronato Epas senza contestualizzare l’accaduto e senza rimarcare che l’eventuale coinvolgimento in quanto avvenuto riguarda solo una piccola sede (quella di Corigliano Calabro Schiavonea), e non il Patronato Epas nel suo complesso, e senza evidenziare inoltre come in questi casi le responsabilità siano imputabili unicamente ad una persona e non all’ente nella sua globalità; pertanto stiamo valutando la possibilità di costituirci come parte lesa, anche perché completamente estranei a vicende politiche inspiegabilmente associate alla nostra attività di patronato. Nelle notizie riportate oggi notiamo una certa disinformazione che emerge da diversi elementi – conclude il comunicato dell’ente - come ad esempio dal fatto che l’invio dei DMAG non è di competenza di un ente di patronato, come è appunto l’Epas, in quanto rappresentano un’attività non realizzabile dal patronato. Ad ogni modo l’Epas è a disposizione delle autorità competenti per chiarire la propria posizione e offrire il proprio contributo affinché venga fatta chiarezza sull’accaduto”.