Infiltrazioni della ‘ndrangheta nella Capitale. Roma, sequestrati beni per 20 milioni
Gli investigatori della Dia di Roma, in collaborazione con colleghi del Centro operativo di Reggio Calabria, stanno dando esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Roma nei confronti di alcuni esponenti della 'ndrangheta da tempo radicatisi nella capitale e ritenuti responsabili di "trasferimento fraudolento di valori", aggravato dal metodo mafioso.
L'OPERAZIONE, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, prevede anche il sequestro di beni mobili e immobili di cospicuo valore, tra cui alcuni noti esercizi commerciali della capitale. Sono in atto perquisizioni domiciliari a Roma e nella Provincia di Reggio Calabria a carico di altri soggetti che rispondono degli stessi reati in stato di libertà.
LE ORDINANZE di custodia cautelare in carcere eseguite stamani riguardano alcuni esponenti legati alla 'ndrina dei Gallico, originari della provincia di Reggio Calabria. Gli arrestati, grazie ad alcuni prestanome e società fittizie, investendo ingenti capitali per conto della cosca di riferimento, sarebbero riusciti a concludere una serie di importanti operazioni immobiliari e societarie soprattutto nel settore della ristorazione, impadronendosi di bar e ristoranti ubicati in zone di pregio della capitale. Il gip del Tribunale di Roma, Simonetta D'Alessandro ha accolto la richiesta di contestazione del reato (aggravato dal metodo mafioso) che punisce l'intestazione fittizia di beni, per un valore di circa 20 milioni, sottoposti a sequestro preventivo.
h 09:51 | Coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, l'operazione ha permesso di bloccare in particolare una serie di investimenti di denaro dalla provenienza ritenuta illecita. Gli investigatori hanno concentrato le loro attenzioni sulla natura sospetta di una molteplicità di investimenti finanziari, come l'acquisizione del controllo di esercizi commerciali che hanno sollevato non pochi dubbi "per l'estrema rapidita' della compravendita, le modalità delle trattative, la provenienza delle risorse economiche". Una realtà criminale sofisticata, quella della 'ndrangheta, in grado di individuare, nel tessuto economico della capitale, un canale funzionale a ripulire i propri profitti illeciti.
Ci sono anche due famosi ristoranti del centro storico fra i beni sequestrati nell'ambito dell'operazione della Dia che ha ricostruito un ulteriore tassello delle infiltrazioni della 'ndrangheta nella capitale. Si tratta de "Le Antiche Mura", in via Leone IV di fronte alle Mura Vaticane, e del "Platinum", in via dei Banchi Nuovi, a due passi da Castel Sant'Angelo. Sequestrata anche la società già titolare dell'"Antico Caffè Chigi", il bar di fronte palazzo Chigi già sequestrato nel luglio del 2011. I risultati dell'indagine saranno resi noti nel corso della conferenza stampa in programma alle 11 al Centro operativo della Dia di Roma, in piazza Cola di Rienzo 27.
h 15:12 | A finire in carcere sono stati Francesco Frisina, 56 anni, di Palmi (Reggio Calabria) e Carmine Saccà, 44 anni, di Taurianova. Entrambi residenti a Roma, risultano legati alla cosca dei Gallico: Frisina ha precedenti per associazione mafiosa, estorsione, armi e rapina e in passato è stato anche sottoposto alla sorveglianza speciale; Saccà ha precedenti per estorsione. Un terzo membro del clan, pregiudicato per furto, porto abusivo di arma da fuoco e favoreggiamento in favore di un latitante, peraltro già irreperibile da tempo, risulta ancora da rintracciare.
Gli indagati sono dei "prestanome", familiari e non, che hanno acquisito negozi, appartamenti e terreni tra Roma e Reggio "Calabria "con l'aiuto fondamentale di un immobiliarista dell'hinterland romano (indagato in stato di libertà, mentre la sua società è stata sequestrata, ndr) - ha spiegato in una conferenza stampa il colonnello De Marco - che ha fatto da tramite nelle operazioni di compravendita, spese formalizzate in tempi rapidissimi".
Il lungo elenco dei beni sottoposti a sequestro comprende 18 fabbricati a Palmi (Reggio Calabria) e 8 a Roma; 44 terreni, pari a 14 ettari, destinati alla coltivazione delle olive tra Palmi e Gioia Tauro (Reggio Calabria); 31 conti correnti bancari; 11 partecipazioni societarie; 5 autovetture.
Il bar ristorante "Le Antiche Mura" è della società "Macc4 Srl", intestata ad Alessandro Mazzullo, Claudio Palmisano e Maria Antonia Sacca', moglie e sorella dei due arrestati (Francesco Frisina, prorietario di fatto, e Carmine Sacca'). Il ristorante "Platinum" è della società "Lasara 98 Srl, di Giuseppe Di Stilo e Carla Voluttà, di fatto di proprietà di Carmine Sacca'. Sequestrate anche la?"Immobiliare Genzano Sas" e la "Sapac Discount", con sedi rispettivamente a Roma e a Palmi.