Agguato Musy: ricorso in cassazione per scarcerazione Furchì
I legali di Francesco Furchì, l'uomo arrestato per l'attentato al consigliere comunale torinese Alberto Musy, hanno depositato stamane ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale del riesame che ha confermato la misura di custodia cautelare in carcere.
"Nessuno degli elementi indiziari, singolarmente e complessivamente valutati, depone per la sussistenza di gravità indiziaria", scrivono nelle 31 pagine del ricorso gli avvocati Mariarosaria Ferrara e Giancarlo Pittelli, contestando l'intera ricostruzione degli investigatori, fatta propria dal gip Massimo Scarabello e dal tribunale del Riesame. Furchì si trova in carcere dallo scorso 30 gennaio. Venerdì prossimo l'uomo sarà interrogato dal pm torinese Barbara Badellino nell'ambito dell'altro fascicolo che lo riguarda per cui è indagato per maltrattamenti in famiglia.
Tra gli elementi contestati nel ricorso in Cassazione dagli avvocati Mariarosaria Ferrara e Giancarlo Pittelli anche gli esami "antropometrici" eseguiti dai consulenti della Procura di Torino, che hanno confrontato la figura dell'attentatore di Musy con quella di Francesco Furchì, l'uomo arrestato perché sospettato di avergli sparato sotto casa la mattina del 21 marzo 2012. I legali dell'uomo, in carcere dallo scorso 30 gennaio, definiscono "i dati antropometrici" rilevati dai consulenti "aleatori" e di "estrema genericità".
"Quando si legge - scrivono i legali nelle 31 pagine del ricorso presentato stamane - che l'attentatore 'risulta avere una altezza compresa tra i 168,3 e i 175,7 cm, una scarpa di lunghezza tra i 26,4 e i 29,8 cm, una larghezza di spalle compresa tra i 37,4 ed i 51,4 cm', non significa altro che le fattezze fisiche dell'attentatore sono compatibili con quelle di milioni di individui". (AGI)