A Catanzaro convegno sull’Alzheimer e le altre demenze
Si svolgerà martedì 22 ottobre, alle ore 12.00, nella Sala concerti di Palazzo De Nobili, sede del Comune di Catanzaro, la conferenza stampa di presentazione del convegno dal titolo "La malattia di Alzheimer e le altre demenze. Dalla ricerca agli approcci complementari per una migliore qualità della vita". L’evento, organizzato dalla Ra.Gi. Onlus, si svolgerà nell’auditorium di Fondazione Betania nelle giornate del 27, 28 e 29 ottobre.
L'iniziativa, che vedrà, per la prima volta in Calabria la comunità medico-scientifica e quella delle terapie non farmacologiche confrontarsi sulle varie metodologie applicative nella cura della demenza, si inserisce nell'ambito del progetto dell'8 per 1000 alla chiesa cattolica, finanziato dalla Caritas di Catanzaro ed è stata patrocinata dalla Federazione Nazionale Alzheimer, dalla Confederazione nazionale Parkinson, dall'assessorato comunale alle Politiche Sociali, dall'AGE Calabria e dalla Società Italiana di Geriatria e Gerontologia, in collaborazione con Asp, Fondazione Betania, Associazione ricerca terapie espressive, (Arte) Associazione professionale Italiana danza terapeuti (Apid) Camera di Commercio, Axa Assicurazioni e Guglielmo Caffè.
La tre giorni nasce sotto lo slogan: "Ho perso la memoria non ho perso la vita. Insieme contro lo stigma della demenza" e vedrà la presenza di illustri relatori che emergono sia a livello nazionale che internazionale per la loro esperienza nell’ambito della cura delle demenze. L’evento scientifico, pensato ed organizzato dall'Associazione Ra.Gi. Onlus insieme allo staff che opera nel centro Al.Pa.De. (Alzheimer Parkinson e Demenze), è animato da un’idea di fondo e cioè “la consapevolezza che nella cura delle demenze occorre un approccio globale alla persona. – Come afferma Giusy Genovese psicoterapeuta di Al.Pa.De. - Non bisogna dimenticare che un paziente affetto da demenza rimane pur sempre un individuo dotato di sentimenti, stati d’animo, sensazioni, tutto questo non viene spazzato via dalla malattia.
Senza dimenticare, dunque, che la causa principale della malattia è dovuta ad un danno cerebrale - prosegue la psicoterapeuta - bisogna affidarsi anche a metodi di cura che tengano conto di tutti gli altri fattori che incidono sul vivere quotidiano di una persona affetta da tali patologie e che condizionano il suo modo di agire, di pensare e di sentirsi. Ad oggi la ricerca non ha prodotto risultati soddisfacenti sul piano delle terapie farmacologiche; di conseguenza divengono sempre più chiari i limiti dell’approccio classico nel lavoro clinico quotidiano. Per migliorare la qualità della vita delle persone affette da demenza – ha concluso la dottoressa Genovese - occorre, quindi un’azione sinergica di cura che possa offrire loro la possibilità di stati di benessere”.