Alzheimer, Ra.Gi.: svolta prima sessione della seconda giornata del convegno
Si è svolta stamattinala prima sessione della seconda giornata del convegno dal titolo "La malattia di Alzheimer e le altre demenze. Dalla ricerca agli approcci complementari per una migliore qualità della vita", svolto presso Fondazione Betania. L'iniziativa, unica nel suo genere, pensata dalla Ra.Gi. Onlus, si inserisce nell'ambito del progetto dell'8 per 1000 alla chiesa cattolica, finanziato dalla Caritas di Catanzaro ed è stata patrocinata dalla Federazione Nazionale Alzheimer, dalla Confederazione nazionale Parkinson, dal Comune di Catanzaro (assessorato alle Politiche Sociali), dall'AGE Calabria, dalla Società Italiana di Geriatria e Gerontologia, dalla Camera di Commercio di Catanzaro, dall'azienda Guglielmo Caffè e dall'agenzia Axa assicurazioni. L'evento vanta inoltre la collaborazione con l'Asp di Catanzaro, Fondazione Betania, l'Associazione per la Ricerca nelle Terapie Espressive (Arte), l'Associazione Professionale Italiana Danzaterapia (Apid).
In apertura i saluti del presidente di Fondazione Betania, don Biagio Amato, il quale ha evidenziato «l’importanza di cercare nuove risposte per la cura di patologie che colpiscono la dignità della persona. Per le demenze – prosegue – don Biagio, non ci sono al momento, strutture adeguate né cure risolutive. Fondazione Betania si sta aprendo alla sperimentazione di nuove metodologie di cura, grazie alla collaborazione con l’associazione Ra.Gi.. Stiamo anche pensando di creare un piccolo centro di ricerca per monitorare i risultati di nuove tecniche di cura. Da parte nostra – ha concluso don Biagio – c’è la massima disponibilità a proseguire questo percorso d’integrazione professionale, per capire a quali risultati si può arrivare. La Ra.Gi., sarà al centro di questo percorso di collaborazione, facendo da “trait-d’union” fra le diverse realtà professionali, come in questa occasione».
A dare il via ai lavori la dottoressa Rosanna Colao, dirigente medico – neurologo e responsabile UVA presso il Centro Regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme ASP di Catanzaro, che ha relazionato su “La demenza di Alzheimer: aspetti epidemiologici e clinici”. A seguire la relazione della dottoressa Amalia Bruni ricercatrice, neurologa e responsabile del Centro di Neurogenetica di Lamezia Terme ASP di Catanzaro, che ha parlato de "La ricerca sulle demenze in Calabria: area strategica per lo sviluppo dell’assistenza”. La dottoressa Bruni ha evidenziato «la necessità di mettere il malato e la famiglia al centro della programmazione sanitaria, in una dimensione che veda dialogare i medici e tutti gli attori del sistema socio- sanitario, un modello ideale – ha proseguito la dottoressa Bruni – che fonda insieme ricerca ed assistenza, assicurando dei percorsi di cura adeguati al livello di malattia dei pazienti affetti da demenza».
L’intervento è proseguito con la spiegazione di com’è nato il Centro di Neurogenetica di Lamezia Terme, una struttura la cui creazione è stata fortemente voluta da Amalia Bruni, sostenuta, in questa scelta da grandi professionisti del settore, come la scienziata, premio nobel Rita Levi Montalcini. Tra gli eccellenti risultati prodotti dalle ricerche effettuate dal Centro lametino, c’è la scoperta della proteina denominata Nicastrina e l’identificazione di due differenti ceppi della malattia di Alzheimer in Calabria, individuati grazie alla ricostruzione della genealogia dei pazienti, «un’attività che non si fa in nessun altro centro di neuro genetica al mondo» ha sottolineato la ricercatrice. Da evidenziare anche la scoperta di «forme rare di Alzheimer che caratterizzano fortemente le forma di questa patologia in Calabria».
Il seminario è proseguito con l’intervento del dottor Maurizio Rocca, direttore dell’Asp di Catanzaro Lido, che ha parlato de “La rete dei servizi territoriali dell’ASP di Catanzaro attivata per i pazienti con Demenza”.
A seguire la dottoressa Angela Fazio, che ha parlato dell’esperienza di casa Alzal, struttura che nasce nel 2002 ed è sostenuta dall’Associazione Ricerca genetica ARN, la quale ha come scopo anche quello di stimolare l’aiuto delle istituzioni e sostenere le famiglie. «Casa Alzal nasce con la consapevolezza che alla ricerca occorre affiancare il sostegno alle famiglie – ha affermato la dottoressa Fazio -. Mediante la proposta di svariate attività, si cerca di preservare le abilità residue dei pazienti, assicurando loro una buona qualità di vita. Nello stesso tempo si offre la possibilità alle famiglie di affidare la cura dei propri cari a volontari e personale specializzato per buona parte della giornata. Dal 2002 ad oggi sono 57 i pazienti ospitati a Casa Alzal».
Il dottor Pietro Gareri, geriatra presso l’UVA dell’ ASP di Catanzaro, ha concluso la prima sessione dei lavori con la sua relazione sul “Ruolo del geriatra nella gestione del paziente demente in comorbilità".
La sessione mattutina è stata moderata dal dottor Roberto La Cava, dal dottor Gianfranco Puccio, dalla dottoressa dalla dottoressa Francesca Mazzei.