Inchiesta “Eolo”: chiesto il processo per tutti gli indagati
La richiesta di mandare gli accusati sotto processo è stata avanzata oggi dal pubblico ministero nell'aula del giudice dell'udienza preliminare di Catanzaro nel procedimento per otto persone e tre società coinvolte nell'inchiesta denominata "Eolo", connessa al settore dell'energia eolica in Calabria, e in particolare nel filone relativo ad una presunta tangente di due milioni e 400.000 euro che sarebbe stata promessa ed in parte sborsata per la realizzazione del parco eolico "Pitagora" di Isola Capo Rizzuto e per l'adozione da parte della Regione Calabria delle "Linee guida sull'eolico".
Il pm, Carlo Villani, ha ripercorso le tappe della lunga inchiesta prima di ribadire al giudice, Abigail Mellace, la propria richiesta di rinvio a giudizio. L'udienza, in cui sono costituiti parte civile associazioni ambientaliste e la Provincia di Crotone, è proseguita con le prime arringhe difensive, che proseguiranno il 18 dicembre.
A rischiare il processo sono politici, imprenditori e funzionari regionali calabresi, tra cui l'ex vice presidente della Giunta regionale di centrosinistra, Nicola Adamo; l'amministratore e socio della Piloma srl, Saigese spa e Loda service, Giancarlo D'Agni, considerato dalla pubblica accusa stretto collaboratore di Adamo; l'imprenditore Mauro Nucaro e l'ex dirigente esterno del settore commercio artigianato ed energia del dipartimento economia della Regione, Carmelo Misiti.
L'inchiesta "Eolo" è stata avviata nel lontano 2006 ed è passata per tre diversi Uffici di procura. Le indagini, infatti, hanno preso le mosse da Paola, da dove il relativo fascicolo di oltre cento faldoni fu poi trasmesso a Cosenza per competenza territoriale, e dove venne poi inviato a Catanzaro poiché i presunti reati sarebbero stati commessi nel capoluogo calabrese. (AGI)