Inchiesta eolico: due indagati chiedono rito abbreviato
Hanno chiesto il giudizio abbreviato due delle venti persone indagate nell'ambito di una delle tranche investigative relative alla vasta inchiesta connessa al settore dell'energia eolica in Calabria denominata "Eolo". Si tratta di Vincenzo Iacovino e Pier Paolo Bonanno (difesi il primo dagli avvocati Aldo Casalinuovo e Giovanni Canino del Foro di Catanzaro, sostituito oggi da Antonio Abbate, e il secondo dall'avvocato Chiarelli del Foro di Cosenza), ma a loro potrebbe aggiungersi qualche altra persona che ancora potrà chiedere il rito alternativo alla data del 16 dicembre, giorno al quale il giudice dell'udienza preliminare, Domenico Commodaro, ha rinviato il procedimento.
Gli indagati sono stati accusati dal titolare del procedimento, il sostituto procuratore Carlo Villani, di reati che vanno dalla corruzione, all'abuso d'ufficio e falso. Il filone investigativo che li riguarda ruota attorno ad autorizzazioni rilasciate per la realizzazione di diversi parchi eolici, in particolare nel Cosentino. Non a caso tra gli indagati compaiono ex componenti del Nucleo Via (di valutazione ambientale) regionale, accusati di aver concesso varie autorizzazioni senza che ce ne fossero le condizioni.
Una più grave contestazione formulata dagli inquirenti, quella di associazione a delinquere, fa capo invece al primo filone investigativo di "Eolo", che ha coinvolto tre società e nove persone, tra cui l'ex vice presidente della Giunta calabrese, Nicola Adamo, e l'ex dirigente esterno del settore commercio artigianato ed energia del dipartimento Economia della Regione, Carmelo Misiti. Quest'ultima specifica tranche ruota attorno ad una presunta maxi tangente che sarebbe stata promessa ed in parte sborsata per la realizzazione del parco eolico "Pitagora" di Isola Capo Rizzuto e per l'adozione da parte della Regione Calabria delle "Linee guida sull'eolico".
Il filone per cui è iniziata oggi l'udienza preliminare, invece, ha coinvolto altri funzionari e dirigenti della Regione Calabria, e oltre a Iacovino e Bonanno, ora rischiano il processo l'ex direttore generale dell'assessorato all'Ambiente, Giuseppe Graziano, 51 anni, di Longobucco, all'epoca presidente del Nucleo Via; il funzionario regionale Salvatore Antonio Caruso, 54 anni, di Cassano, e il componente del Nucleo Via, Egidio Michele Pastore, 62, di Rende; gli imprenditori Mauro Nucaro e Mario Lo Po; Mario Cosentini, e Michele Cosentini, Ernesto Cosenza, Leonardo Splendido, Ilario Monteleone, Salvatore Patamia, Salvatore Curcio, Vittoria Imeneo, Giovanni Misasi, Annamaria Ranieri, Raffaele Suppa, Domenico Vasta, Massimo Zicarelli.
L'inchiesta "Eolo" è stata avviata nel lontano 2006 ed passata per tre diversi Uffici di procura. Le indagini, infatti, hanno preso le mosse da Paola, da dove il relativo fascicolo di oltre cento faldoni fu trasmesso a Cosenza per competenza territoriale, e dove venne poi inviato a Catanzaro poichè i presunti reati sarebbero stati commessi nel capoluogo calabrese.
Qui, divisa fra le varie forze di polizia, la mole di materiale investigativo è finita all'attenzione del sostituto procuratore Carlo Villani, titolare del fascicolo - coassegnato al procuratore Vincenzo Antonio Lombardo ed all'aggiunto Giuseppe Borrelli - che alla fine, dopo lunghi mesi di lavoro, ha emesso un provvedimento di conclusione indagini per due filoni d'inchiesta, inviando il materiale relativo ad un terzo filone alla Procura di Cosenza, territorialmente competente, e chiedendo, per quanto riguarda un quarto filone, l'archiviazione delle accuse ipotizzate nei confronti di diciassette persone. (AGI)