Unioni Civili, Villirillo: insorta gogna mediatica della destra crotonese conservatrice
“Il clamore suscitato, nei giorni scorsi, dalla notizia diramata dalla quarta commissione consiliare (Pubblica Istruzione, Cultura, Turismo, Sport) del Comune di Crotone di aver deliberato e depositato l’approvazione del “Regolamento Comunale per l’istituzione del registro delle unioni civili”, non ha precedenti, infatti ha fatto risorgere ed insorgere la gogna mediatica della destra Crotonese conservatrice, che si richiama e si riconosce pienamente nelle posizioni del governatore della Calabria ed è in netta sintonia con la Chiesa locale, con i movimenti cattolici ed il forum della famiglia, tutti compatti a tutela della “famiglia naturale”, ossia quella fondata sul matrimonio, discriminando la famiglia fondata su altre forme di convivenza (si distrugge, invece di edificare nel nome di Dio). - È quanto scrive in una nota Rosario Villirillo dell’Associazione Marco Polo di Crotone -
Costoro, ossia i movimenti cattolici ed il forum della famiglia, sono in contrasto con le continue esortazioni di Sua Santità Papa Francesco che, più volte, ha invocato “un’accoglienza cordiale” per tutti, anche per chi si trova in situazioni problematiche, siano esse persone conviventi, separate o divorziate e risposate. L’unica constatazione di fatto è che la Chiesa accoglie a macchia di leopardo, una diocesi sì ed una no.
Quello che ci colpisce, però, delle parole di Sua Santità è che ha ripetuto tre volte di accogliere nella Verità. Evidentemente questo non è casuale, trattandosi di diritti umani. Tuttavia, condividiamo le posizioni assunte nel merito e le relative dichiarazioni, a sostegno del suddetto regolamento, espresse dal Dirigente Provinciale del PD, Avv. Tricoli, dalla segreteria cittadina del PD di Crotone e dalla consigliera Emanuela Cimino, unica voce responsabile e fuori dal coro dell’opposizione conservatrice.
Ciò premesso, i consiglieri comunali Spanò, Regalino e Camposano, hanno, con disinvoltura, colto e strumentalizzato l’occasione offerta dall’approvazione del suddetto regolamento per attaccare l’Amministrazione comunale che, a loro dire, si sarebbe occupata di ciò “tralasciando i mille problemi che stanno portando alla fame una comunità intera”.
Eppure, i consiglieri Spanò, che è stato anche assessore ed esponente della passata maggioranza di centrosinistra, e Camposano, che si sono eretti a censori, non possono certamente nascondere che, da più consiliature, risiedono nelle stanze della casa comunale, ossia nelle stanze del potere, ed in quanto tali non sono esenti da responsabilità se la città versa in condizioni economiche e sociali penose, per colpa della classe politica e degli stessi amministratori che, a tutti i livelli (comunale, provinciale e regionale), non hanno elaborato progetti e messo in atto iniziative finalizzate alla difesa del territorio, alla realizzazione di infrastrutture, al miglioramento dei servizi sanitari, alla creazione di posti di lavoro, alla crescita civile e sociale del territorio, alla sua ripresa economica.
Ritornando alle affermazioni rese da Spanò, Regalino e Camposano, ci risulta fin troppo risibile il nesso tra l’approvazione del regolamento ed il distogliere l’attenzione della gente dai loro problemi reali, un pretesto soltanto per spostare su tutta l’Amministrazione comunale anche le proprie responsabilità perché, sia ben chiaro a tutti, anche i consiglieri di opposizione sono corresponsabili della situazione drammatica e di sottosviluppo in cui versa la città!
Per quanto concerne il registro delle coppie di fatto, sebbene sia solo un atto simbolico, vogliamo far rilevare, come abbiamo già fatto più volte in passato ed anche recentemente con più iniziative, che vari organi di giustizia (Corte di Strasburgo, Suprema Corte di Cassazione, Corte Costituzionale) nonché altre istituzioni (Parlamento europeo) hanno chiaramente affermato che non si possono dare al concetto di famiglia “definizioni restrittive” allo scopo di negare protezione alle coppie omosessuali e che le stesse coppie omosessuali devono essere riconosciute dal punto di vista legislativo, principio recepito anche dal consiglio nazionale del notariato, che ha elaborato i cosiddetti “contratti di convivenza”, che possono stipulare anche conviventi dello stesso sesso,e dal Consiglio Nazionale Forense (CNF),che ha denunciato che l’Italia è nettamente in ritardo su una legislazione che riconosca nuovi diritti (famiglia ed unioni di fatto).
Ma, se l’istituzione del registro delle coppie di fatto è soltanto un atto simbolico, perché si sta sollevando tutto questo putiferio e c’è stata finanche l’adunanza di associazioni cattoliche in piazza, nonché ultimamente un monito del forum regionale a tutela della famiglia contro detto registro?
L’opposizione dichiarata e l’ostracismo all’istituzione del registro delle coppie di fatto sono strumentali, privi di significato, con l’aggravante che sono fomentati da professionisti di alto spessore legale. Cari consiglieri comunali: “Chi nega i diritti, cancella le persone”. Eppure, la tutela ed il riconoscimento giuridico della “famiglia di fatto” non toglierebbe dignità alla famiglia fondata sul matrimonio, ma riempirebbe un vuoto legislativo e di tutela dinnanzi ad un fenomeno sempre in maggior crescita all’interno del nostro Paese.
La questione deve essere affrontata, messa chiaramente nero su bianco, nel programma di gestione della cosa pubblica, ossia non può essere oggetto di veto o merce di scambio in quanto l’Italia è, ormai, pronta per riconoscere le coppie di fatto e per dare diritti e doveri a chi vuole costruirsi un’unione che non si chiami matrimonio.
Nonostante le diverse proposte legislative nonché la Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo, la Carta di Nizza, il Trattato di Lisbona e le diverse Risoluzioni del Parlamento Europeo, la coppia di fatto non trova ancora una regolamentazione organica all’interno del nostro ordinamento perché la Chiesa condiziona il vivere civile del Paese, tende sempre più a sconfinare proprio in un terreno non suo e ad imporre il suo pensiero, in nome di una sua presunta primazia, soprattutto in merito al concetto di famiglia con dottrine e con postulati superati, che non tengono conto della trasformazione della società e che, in effetti, appartengono ad un passato medievale.
La famiglia di fatto non si sottrae ai diritti e agli obblighi che i conviventi assumono dinnanzi alla legge, anzi va sostenuta e difesa da tutti, cattolici e laici, pertanto non possiamo accettare passivamente la discriminazione che, giorni orsono, il governatore della Calabria, della stessa appartenenza politica dei suddetti consiglieri comunali, ha deliberatamente affermato alla stampa e senza pudore, denotando un atteggiamento tipicamente “omofobo”: “Alle prossime elezioni, candideremo uomini che amano le donne”.
Nulla da esprime, ma solo la vergogna per come e da chi siamo rappresentati nella massima istituzione regionale. La Marco Polo, pertanto, auspica una pronta e responsabile approvazione del Regolamento del registro delle unioni civili, sarebbe un passo storico e fondamentale per l’avanzamento dei diritti civili, un atto di giustizia che, peraltro, collocherebbe la città di Pitagora in una dimensione più umana ed europeista.”