Calabria Etica, Miletta (Sel) chiede di revocare nomina Ruberto

Catanzaro Politica

“Ancora una volta il governatore Scopelliti e la sua giunta regionale si confermano gravemente omissivi rispetto alle esigenze di trasparenza e legalità richieste da specifiche norme di legge. L’ultimo caso, solo in ordine di tempo, è il decreto di nomina di Pasqualino Ruberto a Presidente di “Calabria Etica”.

Tale nomina ratificata dallo stesso Scopelliti è chiaramente in contrasto con i contenuti del DL 39/2013 recante “Disposizioni in materia di inconferibilita' e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico” secondo quanto previsto dalle legge 190/2012 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione”. E’ quanto scrive Fernando Miletta coordinatore provinciale Sel di Catanzaro.

“Per tale ragione - continua la nota - chiediamo l’immediata revoca della nomina in quanto Ruberto non possiede i requisiti di cui all’art.7 comma 1 del citato Decreto Legislativo perché nei due anni precedenti l’avvenuta nomina ricopriva l’incarico di Consigliere provinciale di Catanzaro.

Lo specifico articolo di legge prevede, infatti, che non è conferibile la nomina di amministratore in società ed enti controllati da parte della Regione a soggetti che non abbiano cessato da almeno due anni il ruolo di Sindaco, Assessore o Consigliere comunale, di Presidente, Assessore o Consigliere provinciale.

Ruberto è stato Consigliere provinciale fino ad otto mesi fa, cioè fino allo scioglimento del Consiglio provinciale di Catanzaro per intervenuto commissariamento.

Come si vede si tratta di una violazione palese delle stringenti normative nazionali la cui ratio risiede nel vietare che soggetti che hanno ricoperto cariche istituzionali possano andare a presiedere e dirigere enti e organismi pubblici al fine di evitare che tali “postazioni” possano essere utilizzate a fini clientelari ed elettorali.

E’ un principio di buon senso che è andato a rimuovere un malcostume molto diffuso della politica italiana e che ha visto occupare scientificamente ogni istituzione pubblica per portare vantaggi di varia natura ai partiti e ai loro rappresentanti. Al contrario del pluri-indagato Scopelliti riteniamo non sia una pratica superflua quella di amministrare la cosa pubblica nella massima trasparenza e nel totale rispetto delle leggi, delle quali lui, invece, si fa spregio addirittura anche smentendo quanto la stessa Regione ha prescritto, tra i criteri di selezione per la presidenza di “Calabria Etica”, e riportati nell’apposito avviso pubblico.

Il fatto stesso che il Dirigente del Dipartimento che ha emanato l’avviso per le candidature abbia ritenuto di inserire il Dl 39/2013 tra le norme di riferimento, è la dimostrazione che il decreto in questione è correttamente applicabile anche alle fondazioni in house interamente finanziate e sottoposte al controllo della Regione.

Ne consegue, in maniera indiscutibile, che l’applicazione di tale norme di legge avrebbe dovuto comportare il non accoglimento della domanda di Ruberto proprio per l’evidente contrasto con l’art.7 comma 1, a meno che il candidato non abbia omesso di dichiarare la sua condizione di ex Consigliere provinciale da soli otto mesi, inducendo in grave errore chi ha verificato l’ammissibilità della sua domanda.

A tal proposito è doverosa e urgente una risposta dettagliata e pubblica sia degli organismi che hanno effettuato la selezione che del responsabile anticorruzione della regione Calabria.

Scopelliti, dunque, provveda alla revoca della nomina per aperta violazione di legge, evitando anche l’instaurazione di contenziosi le cui spese suonerebbero come un’ulteriore beffa per i calabresi e un ulteriore danno per il bilancio regionale sul quale grave il compenso per il Presidente di “Calabria Etica” di ben 137.907,96 Euro l’anno, oltre un rimborso spese di 20.218,10 Euro all’anno.

Una cifra totale, che di fronte all’emergenza sociale calabrese ha ben poco di etico, e che non trova nessuna giustificazione considerato che è addirittura superiore a quella di Consigliere regionale, vicina a quella di Parlamentare e molto più alta di quella dei Sindaci di comuni con più di 50 mila abitanti”.