Nuova legge elettorale regionale. Cgil: “Segna un ulteriore arretramento del nostro assetto istituzionale”
“Ancora una volta la democrazia ha subito un duro attacco. L’approvazione della nuova legge elettorale da parte del Consiglio regionale della Calabria segna un ulteriore arretramento del nostro assetto istituzionale. E’ una deriva imperiosa che, da inizio legislatura, ieri, ha raggiunto il suo apice”. Questo, il commento della Segreteria Cgil Calabria su quanto accaduto in seno all’assemblea del Consiglio regionale con l’approvazione della nuova legge elettorale calabrese, nonostante le proteste dell’opposizione e i dubbi sollevati dall’Ufficio Legislativo circa l’incostituzionalità della norma.
“Ci lascia perplessi e veramente preoccupati ciò che è accaduto ieri. A colpi di maggioranza, ancora una volta – sottolinea la Cgil Calabria -, è stata approvata una norma monca del concreto spirito democratico, inscritta in una logica autoritaria, che ha innalzato la soglia di sbarramento dal 5% al 15% . Una scelta che lede la rappresentanza politica in seno all’assemblea regionale e la valenza stessa dei partiti, limitando indirettamente la libertà di voto dei cittadini”.
Così, con questa legge elettorale, per la Cgil, “la Calabria fa un passo indietro rispetto al resto del Paese”.
“La bocciatura dell’emendamento sulla doppia preferenza di genere – aggiunge la Segreteria Cgil Calabria - non solo è un atto deficitario per la Calabria, in quanto non viene così recepita una legge nazionale che, al contrario, è già attiva in altre regioni italiane; ma soprattutto, è sintomo della mancanza di una reale democrazia paritetica: viene meno la reale partecipazione delle donne alla vita pubblica e politica all’interno delle istituzioni”.
“Tutto ciò – conclude la Cgil – è la manifestazione di una cultura politica della maggioranza chiusa, arretrata, fallimentare e incapace di delineare il futuro democratico e istituzionale della Calabria”.