‘Ndrangheta: “Luce nei boschi”, pg chiede ergastolo e 9 condanne
Il sostituto procuratore generale di Catanzaro, Marisa Manzini, ha chiesto alla Corte d'Assise d'Appello un ergastolo e condanne complessive per 43 anni e 10 mesi di reclusione nei confronti di altri 9 imputati accusati di far parte della 'ndrangheta delle Preserre vibonesi, tutti coinvolti nell'operazione antimafia "Luce nei boschi".
L'ergastolo è stato chiesto per Vincenzo Loielo (5 anni in primo grado). Quindi, 10 mesi è la pena richiesta per Enzo Taverniti (collaboratore di giustizia), 6 mesi per Michele Ganino (collaboratore), 4 anni per Francesco Maiolo, 2 anni per Giuseppe La Robina, 3 anni per Rocco Oppedisano (collaboratore), 8 anni per Piero Sabatino, 2 anni per Damiano Zaffino, 8 anni per Angelo Maiolo e 10 anni e 4 mesi per l'ex boss di Cassano allo Ionio (Cs), Antonio Forastefano, collaboratore di giustizia condannato in primo grado a 3 anni per un duplice omicidio consumato nel Vibonese.
Parti civili figuravano i Comuni di Gerocarne, Arena, Acquaro, Dasà, Sorianello, Soriano, Pizzoni, Vazzano, tutti nel Vibonese, e Confindustria Calabria. Il processo fa luce sulle attività del "locale di Ariola", struttura di 'ndrangheta attiva sin dagli anni '80 nel Vibonese e sulla faida fra i clan Maiolo di Acquaro e Loielo di Gerocarne, con un ruolo di vertice che sarebbe stato ricoperto dagli Altamura di Ariola affiancati poi dal clan Emanuele che avrebbe preso il posto dei Loielo. (AGI)