Armi, furto e false testimonianze. Blitz nella Piana, sei arresti
Sei provvedimenti cautelari nei confronti di altrettanti soggetti che sono considerati responsabili dei reati di detenzione illegale di armi comuni da sparo, furto aggravato e istigazione ad esternare false dichiarazioni davanti al Tribunale. I carabinieri di Reggio Calabria hanno eseguito stamani gli arresti che sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Palmi su richiesta della procura della Repubblica diretta da Emanuele Crescenti.
09:25 | L'operazione è stata denominata “Onta 2” ed è il prosieguo della precedente attività investigativa “Onta”, conclusa l’8 febbraio scorso, che avrebbe fatto luce sulla morte di Maria Concetta Cacciola portando - allora - all’arresto del padre, Michele Cacciola, della madre Anna Rosalba Lazzaro e del fratello Giuseppe, della collaboratrice di giustizia suicidatasi nell'agosto 2011 in circostanze non del tutto chiarite.
Nell’indagine furono coinvolti anche due avvocati del foro di Palmi, Gregorio Cacciola e Vittorio Pisani. Gli arrestatati erano accusati di avere agito negli interessi della cosca di 'ndrangheta dei Bellocco e della cosca Cacciola di Rosarno e furono accusati di concorso in maltrattamenti in famiglia, aggravato dall'aver favorito un sodalizio di tipo mafioso; concorso in violenza privata, concorso in violenza o minaccia per costringere a commettere un reato; concorso in favoreggiamento personale.
Maggiori dettagli saranno resi noti alle 11 di stamani durante una conferenza presso la Procura di Palmi.
h 13:05 | In manette sono finiti Gregorio Cacciola, 56 anni, poiché, nella qualità di difensore di Salvatore Condoluci, avrebbe istigato il teste Giovanni Bevilacqua ad affermare il falso davanti al Tribunale di Palmi nell’ambito della quale avrebbe dovuto riferire circa l’uso di una pistola da parte di Salvatore Condoluci; Gregorio Cacciola, 63 anni ed i figli Antonio e Domenico per la detenzione illegale in concorso di una pistola; Giovanni e Gianfranco Nocera, di 36 e 66 anni per la detenzione illegale in concorso di più pistole;
Giovanni Nocera per furto continuato ed aggravato poiché al fine di trarne profitto si sarebbe impossessato di un quantitativo imprecisato di KWh sottraendola alla legittima proprietaria ENEL Servizio Elettrico S.p.A. attraverso la manomissione del contatore e per furto continuato ed aggravato poiché si sarebbe anche impossessato di un quantitativo imprecisato di gas sottraendolo al legittimo proprietario attraverso la manomissione del contatore.
Dalle indagini, coordinate per la Procura della Repubblica di Palmi, gli elementi più significativi sono emersi dalle conversazioni tra presenti captate all’interno dello studio legale dell’avv. Gregorio Cacciola e dello studio legale in uso all’Avv. Vittorio Pisani.
Con particolare riferimento alla posizione dell’Avv. Cacciola si deve evidenziare – scrivono gli investigatori in un comunicato stampa - che dalle conversazioni tra presenti captate all’interno del suo studio legale, emergono ulteriori elementi indicativi della contiguità del predetto legale con gli ambienti della criminalità organizzata del c.d. mandamento tirrenico.
Bevilacqua sarebbe stato invitato dall’avvocato Cacciola a non fare menzione della pistola in uso da parte di Salvatore Condoluci, facendogli notare che tale condotta lo avrebbe posto in una posizione analoga a quella dei “collaboratori di giustizia”, ovvero minacciandolo implicitamente di probabili ritorsioni.
Analogamente, nello studio legale Cacciola, Domenico Cacciola, figlio del 63enne Gregorio, esponendo all’Avvocato una situazione familiare funestata da continui problemi, si soffermava sulla detenzione della pistola presso la propria abitazione, riferendo all’Avv. Gregorio Cacciola circa la perquisizione eseguita in occasione dell’esecuzione della misura cautelare a carico del padre; raccontava a tal proposito che il padre avrebbe detenuto effettivamente una pistola occultata in un bauletto di una moto non rinvenuta comunque in occasione della perquisizione effettuata nella notte del 18 ottobre.
In seguito, nel corso delle intercettazioni nello studio legale “Pisani”, Giovanni Nocera avrebbe dichiarato all’avvocato Pisani di aver detenuto illegalmente delle armi che il padre Gianfranco gli avrebbe tolto per timore che lo stesso potesse utilizzarle contro i creditori se non anche per farsi del male e/o per commettere qualche illecito. Sempre Nocera, inoltre, avrebbe informato Pisani di perpetrare continui furti di energia elettrica e gas: per il gas ammetteva anche di aver utilizzato violenza e minacce nei confronti del tecnico che a seguito di un controllo aveva riscontrato la rottura dei sigilli e l’allaccio abusivo.