Operazione Califfo 2 a Rosarno: i nomi degli arrestati

Reggio Calabria Cronaca

L’operazione “Califfo 2” dei Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Reggio Calabria ha portato all’arresto di sette persone: Giuseppe Pesce, detto “testuni”, 32 anni, latitante per altra causa; Giovanni Luca Berrica, nato a Taurianova, 34 anni residente a Rosarno; Domenico Fortugno, 31 anni; Giuseppe Fabrizio, 38enne; Maria Rosa Angilletta, 29 anni; Demetrio Fortugno, 60 anni; Maria Carmela Spataro, 25 anni; D’Agostino Maria Carmela, 32 anni; ed al sequestro di due società di trasporti per una valore di oltre 1.500.000,00 euro (con riferimento ai crediti, agli articoli risultanti dall’inventario, ai beni strumentali, alla denominazione aziendale, all’avviamento, ai conti correnti, nonché alle autorizzazioni all’esercizio dell’attività commerciale concesse dalle Autorità competenti); più precisamente:

- il sequestro preventivo della somma di € 91.150,00 in contanti (nella disponibilità di Domenico Fortugno e già assoggettata a sequestro probatorio, il 9 Febbraio scorso), di tutte le quote e dell’intero patrimonio aziendale della “Medma trans s.a.s. Di Fortugno Demetrio & C.” , del 50% sia delle quote sociali che del patrimonio aziendale della “Calabria Trasporti Sas di Fabrizio Giuseppe & C.” .

Tra le persone finite in manette, i fiancheggiatori di Francesco Pesce, 34 anni, indicato come capo della cosca dopo l'arresto del padre e degli altri capi del sodalizio criminale, recentemente arrestato dopo una lunga latitanza. L'uomo aveva installato telecamere di videosorveglianza davanti al suo covo per controllare gli accessi. Ed è stato questo dispositivo a tradire i suoi complici. Le immagini sono state infatti utilizzate dai carabinieri per individuare i suoi fiancheggiatori. Così è stato possibile risalire alla rete di persone che hanno aiutato il reggente della cosca Pesce a sopravvivere nel bunker realizzato sotto un'autorimessa. E dalle immagini anche alcune circostanze curiose: Ciccio Pesce aveva incaricato, in almeno due occasioni, Giuseppe Pronestì di giocare delle schedine del Superenalotto. L'uomo incaricato è stato immortalato mentre conservava il bigliettino con i numeri di Ciccio Pesce che gli aveva commissionato di giocare la sua data di nascita, quella della figlia, e quella del fratello latitante. L'operazione ha anche consentito di tracciare il nuovo organigramma del clan, decimato dagli arresti.

Giuseppe Pesce, latitante, sarebbe oggi il reggente della famiglia. Attraverso Demetrio Fortugno e Giuseppe Fabrizio, i Pesce avrebbero controllato le due ditte di trasporto che avevano acquisto un ruolo egemone nel settore. Per via delle lunghe detenzione dei mariti, le donne avrebbero assunto un ruolo operativo negli affari del clan, intestatarie delle imprese di trasporti. I Carabinieri del Ros hanno avuto modo di analizzare le immagini captate dalle telecamere della sofisticata videosorveglianza posizionata fuori dal bunker dove si sarebbe nascosto per diversi mesi Francesco Pesce, arrestato alcuni mesi fa, all'interno degli edifici della "DemolSud" e immediatamente spedito in 41bis.