Palmi, Francesco Cacciola ai domiciliari
Francesco Cacciola (nato e residente a Rosarno), zio di Concetta, la collaboratrice di giustizia morta suicida, in base alle accuse della Dda in seguito alla pressione di alcuni tra i più stretti familiari, è stato arrestato la scorsa notte dai Carabinieri della Tenenza di Rosarno e dallo squadrone eliportato Cacciatori Calabria. L’uomo era stato arrestato il 15 gennaio scorso per il presunto coinvolgimento in detenzione di armi e droga.
Gli Agenti l’avrebbero trovato in possesso di una pistola semiautomatica ritenuta clandestina (con relative munizioni) e con circa 115 grammi di sostanza stupefacente, il tutto custodito all’interno del garage della sua abitazione.
La polizia ha dunque proceduto all’immediato arresto, convalidato poi dal Il Gip del Tribunale di Palmi (De Gregorio) che ne ha disposto la custodia cautelare in carcere. Il legale di Cacciola, Mimmo Infantino, ha poi segnalato l’insussistenza della gravità indiziaria sulla clandestinità dell’arma e sul reato di ricettazione “alleggerendo” di gran lunga la posizione del suo assistito.
A circa 2 mesi e mezzo dall’arresto, lo steso difensore ha depositato istanza di sostituzione della misura dimostrando come alla luce dei principi fissati anche di recente dalla Cassazione, e sulla scorta delle modifiche di recente introdotte al Codice di procedura penale, la misura idonea e proporzionata al caso fosse quella degli arresti domiciliari.
Lo stesso Gip del Tribunale di Palmi, condividendo le argomentazioni di Mimmo Infantino, ha accolto l'istanza difensiva e per l’effetto oggi ha disposto in favore di Francesco Cacciola la sostituzione della misura custodiale in carcere con l’applicazione di quella, meno afflittiva, degli arresti domiciliari.