Fondazione Campanella: procedimento al tribunale fallimentare
È iniziato oggi il procedimento davanti al Tribunale fallimentare di Catanzaro per discutere la richiesta avanzata a fine gennaio dalla Procura della Repubblica di Catanzaro che venisse dichiarato il fallimento della "Fondazione Campanella", finita al centro di un'inchiesta in cui si ipotizza il reato di false comunicazioni sociali a carico di dieci persone.
Il Tribunale, preso atto del decreto di estinzione relativo alla Fondazione firmato proprio ieri dal Prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, che ha sancito la definitiva chiusura della Campanella, ha dunque rinviato all'udienza del 30 giugno per nominare direttamente un commissario liquidatore che segua l'iter fino alla sua conclusione. La dichiarazione di fallimento della "Campanella" era stata chiesta dai sostituti procuratori della Repubblica titolari dell'inchiesta relativa all'Ente, Gerardo Dominijanni e Graziella Viscomi, sul presupposto della critica situazione finanziaria della Fondazione.
Una situazione di fatto confermata nel provvedimento emesso dalla Prefettura e inviato al presidente del Tribunale di Catanzaro, al presidente della Fondazione, Paolo Falzea, al presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, e al Rettore dell'Università Magna Graecia, Aldo Quattrone, in cui si legge che "in data 23 febbraio 2015, è stato adottato il decreto 17254, con il quale questa Prefettura ha accertato l'impossibilità, per la Fondazione, di raggiungere lo scopo per il conseguimento del quale l'ente era stato costituito", causa, questa, è scritto ancora nel decreto della Prefettura, "di estinzione della personalità giuridica disciplinata dal codice civile all'articolo 27".
Sul fronte dell'inchiesta penale, intanto, dovrebbero concludersi questo pomeriggio gli interrogatori degli indagati, che sono: Anselmo Torchia e Paolo Falzea sotto accusa in qualità di presidenti pro tempore della Fondazione, Manlio De Pasquale, Oscar Tamburrini, Giovanni Mosca, Ferdinando Salvatore Cosco, Elio Scaramuzzino, componenti del consiglio di amministrazione, Francesco Muraca, Franco Scarpino revisori dei conti e Giovanna Natale.
Secondo le ipotesi d'accusa degli inquirenti, le dieci persone finite nel registro degli indagati, in un periodo di tempo compreso tra il 2008 e il 2011, avrebbero alterato in modo sensibile la situazione economica, finanziaria e patrimoniale della Fondazione Campanella, con una serie di omissioni nelle note integrative che formano il bilancio, non contabilizzando le voci relative alle prestazioni e al personale che veniva utilizzato dalle unità operative del polo oncologico con l'Azienda Mater Domini e con l'Università Magna Graecia. E quelle operazione, sempre stando all'ipotesi dei magistrati, non sarebbero state frutto di sbagli involontari, ma operazioni consapevoli che avrebbero avvantaggiato sia Fondazione Campanella sia l'intero Cda. (AGI)