‘Ndrangheta: tentato omicidio, assolti Pantaleone Mancuso ed il figlio Giuseppe
Il presunto boss Pantaleone Mancuso, 54 anni, ed il figlio Giuseppe, di 26 anni, sono stati assolti con la formula “per non aver commesso il fatto” dall'accusa del tentato omicidio, aggravato dal metodo mafioso, di Giovanni Rizzo, 43 anni, e della madre Romana Mancuso, 70 anni, entrambi di Limbadi, nel vibonese, e tra l’altro parenti dei due imputati (in particolare zia e cugino).
L’assoluzione è giunta oggi, poco dopo le 15, dal Gup Perri che ha ritenuto non colpevoli entrambi e rimettendo in libertà il solo Giuseppe Mancuso. Diversa, invece, la posizione di Pantaleone (detto “l’ingegnere” e che, come si ricorderà, fu catturato in Argentina lo scorso anno e poi estradato in Italia) in quanto il Tribunale delle Libertà, nel giugno scorso, ne aveva disposto la scarcerazione a seguito dell'annullamento della Suprema Corte di Cassazione.
Il pm Camillo Falvo, della Dda di Catanzaro, aveva chiesto rispettivamente 16 anni di reclusione per Pantaleone e 14 anni per Giuseppe. Nell'udienza precedente lo stesso Gup aveva dichiarato inammissibile la richiesta avanzata dall'ufficio di Procura in relazione all'ascolto di un ulteriore testimone (dalla lettura degli atti, la testimonianza non sarebbe stata comunque utile alle indagini per il delitto). Per altro lo stesso testimone risultava una fonte indiretta, questione sulla quale la Cassazione si era già ampiamente espressa in merito all'inutilizzabilità e l'inattendibilità.
Romana Mancuso e Giovanni Rizzo, il 26 maggio del 2008, in località "Gagliardo" (tra Nicotera e Limbadi), vennero gravemente feriti a colpi di pistola e di kalashnikov nell'ambito di quello che gli inquirenti ipotizzarono fosse un contrasto interno tra gli appartenenti alla "famiglia" Mancuso. Inchiesta, però, che non ha retto al vaglio del giudice.