Inchiesta Anas: Accroglianò non risponde al gip
Si è avvalsa della facoltà di non rispondere, Antonella Accroglianò, la dirigente Anas finita in carcere perché ritenuta la presunta leader dell’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione assieme ad altri funzionari. Giancarlo Pittelli, il so difensore, ha affermato che la sua assistita ha manifestato l'intenzione di collaborare con la magistratura e che entro breve chiederà di essere sentita dai pm.
Ha invece deciso di rispondere alle domande del giudice, Giovanni Parlato, il capo dell'ufficio revisioni contabili, arrestato la scorsa settimana per un paio di episodi di corruzione nell'ambito dell'inchiesta sull’Anas. L’uomo davanti al pm avrebbe inoltre ammesso le prime responsabilità. Uno degli episodi contestati a Parlato riguarda la presunta consegna di 25mila euro effettuata materialmente dall'avvocato di Catanzaro Eugenio Battaglia (agli arresti domiciliari) per conto dei fratelli Silvagni cui doveva essere espropriato un terreno.
Fatto avvenuto il 12 maggio scorso ed accertato dalla Guardia di Finanza che ha fermato Parlato per un controllo stradale: nella sua auto sono stati trovati i 25mila euro suddivisi in tre buste, destinate, secondo l'ipotesi accusatoria, ad altri funzionari Anas. Domani è in programma, tra gli altri, l'interrogatorio di garanzia di Giuseppe Luigi Meduri, già presidente della Regione Calabria ed ex sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture, ai domiciliari per un episodio di corruzione.
(ultimo aggiornamento 17:09)