Inchiesta Anas: De Grossi a pm, “ho speso la tangente in trenini”
"Le dazioni di denaro venivano fatte a me da Concetto Bosco (imprenditore della Tecnis, ndr) e io appena ricevuti i denari li dividevo con Antonella Accroglianò. Io avrò percepito in tutto circa 65mila euro. Li ho spesi subito, comprando trenini, di cui faccio collezione, francobolli, vestiti".
Lo ha raccontato Oreste De Grossi, responsabile del servizio incarichi tecnici all'Anas, nell'interrogatorio del 6 novembre scorso reso nel carcere di Regina Coeli ai pm Maria Francesca Loy e Francesca Calabretta. L'atto istruttorio è stato depositato dai magistrati nell'udienza davanti al tribunale del riesame. (AGI)
"Da fine gennaio a inizio febbraio - ha raccontato De Grossi, in carcere dal 22 ottobre scorso assieme alla Accroglianò e ad altri tre funzionari Anas per associazione delinquere finalizzata alla corruzione - ho percepito dall'imprenditore Bosco della Tecnis delle somme di denaro in forza di un accordo preso dalla signora Accroglianò con i rappresentanti della Tecnis, Bosco e Costanzo, perchè avessero l'assegnazione di una gara per la quale ero presidente di commissione. Ribadisco che la gara sarebbe stata vinta dalla Tecnis comunque. Le dazioni di denaro venivano fatte a me da Bosco e io appena ricevuti i denari li dividevo con la Accroglianò. Parimenti ho ricevuto da lei la metà di quello che lei sosteneva aveva avuto avuto da Bosco. Io avrò percepito circa 65mila euro in tutto. Li ho spesi subito, comprando trenini, di cui faccio collezione, francobolli, vestiti". Invitato dai pm a spiegare come è stata utilizzata nel dettaglio la tangente, De Grossi ha detto: "Avrò speso 10mila euro di francobolli. Ho comprato modelli di trenini che costano circa 300 euro l'uno, ne avrò comprati una decina. La cifra più alta che ho ricevuto erano 10mila euro in una sola volta, in genere circa 3-5mila. Ho comprato vestiti, un giaccone, ho speso circa 10mila euro".
"Io mi occupo dei collaudi e dei relativi pagamenti delle parcelle - ha proseguito De Grossi -. L'appalto in base al quale la Tecnis, ovvero Bosco, ha versato le somme di denaro a me e all'Accroglianò è quello relativo ai lavori di Potenza. La Tecnis avrebbe comunque vinto anche senza il mio intervento. Quando l'Accroglianò mi chiamò per chiedermi come stesse andando la gara, di cui ero presidente, io le risposi che pensavo che la gara sarebbe stata aggiudicata a Tecnis, allora lei mi propose di farci dare dei soldi e far credere a Tecnis che per merito nostro avrebbero vinto la gara. Io accettai.
Fu la Accroglianò a prendere contatti con i rappresentanti della Tecnis e quando io, due o tre giorni dopo, li incontrai nel corridoio, l'Accroglianò e Bosco, lui mi disse 'tutto apposto 20ò. Fui poi io a chiamare Bosco diverse volte per chiedergli i soldi. Mi disse l'Accroglianò di aver fatto intervenire Pino Meduri (ex sottosegretario alle Infrastrutture, ai domiciliari, ndr) ma io non ho assistito a colloqui tra loro. L'unica persona che so, per averlo appreso dall'Accroglianò che poteva influire sugli imprenditori di Tecnis era Meduri". Parlando della 'Dama Nera, De Grossi ha rivelato ai pm che "lei aveva il potere di fermare o ritardare la definizione delle pratiche. Non ritengo che l'Accroglianò abbia particolari competenze tecniche, ma negli anni è arrivata a ricoprire una posizione di rilievo". (AGI)
"Non c'è un imprenditore che non possa dire che non ha pagato per avere l'aggiudicazione di una gara". Parole di Antonella Accroglianò, la cosiddetta 'Dama Nera dell'Anas, arrestata il 22 ottobre scorso per associazione per delinquere e corruzione assieme ad altri quattro funzionari. È il 3 novembre e, nel carcere di Rebibbia, davanti ai pm Maria Francesca Loy e Maria Calabretta, la dirigente responsabile del Coordinamento Tecnico Amministrativo di Anas racconta come funzionava quel sistema illecito che puntava a ottenere "utilità e provviste corruttive" dagli imprenditori interessati ad aggiudicarsi appalti per milioni di euro. "Ammetto gli addebiti per i fatti indicati nell'ordinanza cautelare - è la premessa dell'Accroglianò -. Ma non avevo nessuna capacità decisionale". L'atto istruttorio è stato depositato dai magistrati al tribunale del riesame.
"Nel mio ufficio - chiarisce l'Accroglianò - si redigevano provvedimenti amministrativi e di supporto, ma mai provvedimenti autorizzativi perchè non era quello il mio ruolo. Io predisponevo documenti, sotto il profilo amministrativo". Parlando della tangente pagata dagli imprenditori della Tecnis e divisa con il dirigente Oreste De Grossi, la funzionaria ricorda: "La Tecnis spa ha avuto appalti molto rilevanti, sicuramente superiori ai cento milioni di euro. Ha vinto molte gare, con ribassi tante volte pilotati e indotti. Io trattavo con diverse persone di Tecnis, ma le decisioni venivano prese da Mimmo Costanzo, mentre l'esecutore era Concetto Bosco.
Loro avevano relazioni importanti in Anas, con i vertici. Io so che Tecnis è stata supportata anche dall'onorevole Meduri (l'ex sottosegretario alle Infrastrutture, ai domiciliari in questa inchiesta, ndr) e che era molto introdotta in Anas. I soldi di cui si parla nelle telefonate con De Grossi erano per una gara di Potenza di fine dicembre 2014, dove lui era il presidente di commissione: erano lavori stradali per circa 15 milioni di euro. La gara fu aggiudicata a Tecnis. De Grossi ha trattato con Bosco. Costanzo non ne ha parlato con me e non mi ha neppure portato i soldi direttamente. De Grossi aveva pattuito con Bosco 150mila euro, ne ha avuti 97mila e li abbiamo divisi a metà io e lui. I 70mila euro trovati a casa di mia madre sono quelli avuti da De Grossi per la gara di Potenza". L'Accroglianò ammette "di aver ricevuto pagamenti da altri imprenditori" ma esclude di aver "preso soldi per la Variante di Morbegno, non so se qualcun altro ne ha presi". (AGI)
I pm, poi, le chiedono dei rapporti con Meduri: "L'ho conosciuto circa una decina di anni fa, andai a salutarlo quando era sottosegretario del ministro Di Pietro, poi non l'ho piu' rivisto per anni. Anche la conoscenza tra Meduri e Ciucci (ex presidente Anas, ndr) risale a quegli anni. Un pò perchè eravamo entrambi calabresi Meduri si è appoggiato a me. Preciso però che io non ho mai incontrato imprenditori con Meduri, e con lui non abbiamo mai parlato di soldi. Lui forse incontrava i rappresentanti di Tecnis per suo conto, ma mai con me. Non risponde al vero quello che io ho detto a De Grossi che Meduri sarebbe intervenuto presso Tecnis. Meduri non ha mai saputo che vi erano dazioni di denaro tra me e Tecnis. Il punto di riferimento di Meduri all'Anas era Ciucci. Non ero io. Meduri incontrava Ciucci, non so dire con che frequenza".
E ancora su Meduri: "Non sono a conoscenza - sostiene l'Accroglianò - se ci sono stati passaggi di denaro tra lui e gli imprenditori di Tecnis, ma lui otteneva dei favori in cambio della sua assidua presenza in Anas, infatti aveva ottenuto l'assunzione della nuora nella società Quadrilatero, società partecipata di Anas. Io non ho assistito a consegne di denaro dalla Tecnis, ma so che Meduri aveva procurato un incontro a Costanzo con il ministro Del Rio a Palermo e so che si sono incontrati a Palermo". Un ultimo chiarimento riguarda il pacco di esposti anonimi trovati a casa dell'arrestata: "Quelli che mi sono stati sequestrati - fa sapere l'Accroglianò ai pm - sono stati scritti da Valente, vicedirettore della direzione lavori. Anche io li ho scritti a mano. Io gli ho dato un supporto sulle notizie che lui mi chiedeva". (AGI)
(ultimo aggiornamento 19:52)